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  • L'Atalanta e il 'solito' mercato in attesa del Tas di Losanna

    L'Atalanta e il 'solito' mercato in attesa del Tas di Losanna

    • Marco Enzo Venturini
    Un'estate d'attesa, con una data sul calendario cerchiata in rosso. O forse no.
    È quella dell'Atalanta, settima in campionato dopo un lungo testa a testa con il Milan nella passata stagione ma che è stata catapultata nei gironi di Europa League dai guai societari del Diavolo. La data in questione è quella del 26 luglio, giorno in cui si terrà il secondo turno preliminare dell'Europa League 2018-19, giorno in cui la Dea avrebbe disputato la partita di debutto nella competizione continentale centrata per la seconda stagione di fila dopo lo straordinario quarto posto della banda Gasperini datato 2017.

    Sono state settimane convulse, che l'Atalanta ha affrontato nella consapevolezza di un impegno fissato per il 26 luglio, con una preparazione da organizzare di conseguenza. Settimane affrontate tuttavia sapendo che tanta premura si sarebbe potuta rivelare inutile, in caso di sentenza negativa per il Milan da parte dell'Uefa. Sentenza che è puntualmente arrivata, escludendo i rossoneri dall'Europa e promuovendo gli orobici ai gironi. Balla però un ricorso al Tas di Losanna, che riporterebbe la situazione ai risultati della 38^ giornata di serie A dello scorso maggio. E quel circoletto del 26 luglio tornerebbe d'attualità. Con sempre meno tempo per farsi trovare pronti all'appuntamento.

    E come si sta facendo trovare l'Atalanta di fronte a un appuntamento cruciale della propria stagione? La risposta a questa domanda è: più pronta di quanto non possa superficialmente sembrare.

    Fare mercato tra giugno e inizio luglio nell'estate dei Mondiali è sempre missione complicata, ma a Bergamo non si stanno facendo prendere dall'ansia di fare (e magari sbagliare). La strategia del presidente Antonio Percassi, del figlio Luca (amministratore delegato del club) e del responsabile dell'area tecnica Giovanni Sartori non è cambiata, e guarda all'avvenire.

    Mercoledì la squadra si è ritrovata allo Stadio Atleti Azzurri d'Italia, davanti a 7mila spettatori, pronta per partire per il ritiro di Castiglione della Presolana e Rovetta. Ed è una squadra che, rispetto a quella del settimo posto, ha perso Caldara, Spinazzola, Cristante. Tre titolarissimi nel giro della Nazionale italiana che punta a riformarsi. In cambio finora sono arrivati solo giovanissimi o semisconosciuti, tanto da generare un sospetto nella mente di osservatori disattenti: non è che in quel di Bergamo stanno tirando i remi in barca?

    La risposta a questa seconda domanda è: no. L'Atalanta di Gasperini e Sartori ha costruito le proprie fortune lavorando sottotraccia. Due anni fa, di questi tempi, scorrendo la rosa della squadra sarebbero risaltati i vari Pinilla, Paloschi, Carmona, Dramé. Nessuno avrebbe fatto caso a Kessie, Gagliardini, Spinazzola, Conti, Caldara. Gli eroi del quarto posto.

    Attenzione dunque a quei giovanissimi che non scaldano le fantasie degli appassionati: a Zingonia hanno capito come lavorare ed è tutt'altro che da escludere che i titolari di domani fossero già nascosti nel gruppo presentatosi nell'afosa Bergamo il 4 luglio.

    Nello stesso tempo il club non è certo fermo. Si è parlato di Defrel e Jankto, di Soucek e Lerager. Intanto sono tornati Pessina e Valzania, con un bel bagaglio di esperienza in più, e soprattutto sono arrivati dall'Inter Bettella e Carraro. Per ora solo due nomi in una lista, ma non sono costati nulla e hanno (già oggi) un valore potenziale di 12 milioni. Che vanno sommati alle plusvalenze del 2017 e ai 30 milioni che costerà l'operazione Cristante alla Roma (il friulano ne era costati 6, era arrivato da grande incompiuta e viene restituito al calcio italiano come certezza per l'avvenire). È un altro piccolo, grande capolavoro di una dirigenza che sta costruendo il suo avvenire mattoncino dopo mattoncino.

    Perché non bisogna dimenticarsi che nei prossimi anni l'Atalanta procederà al rifacimento dello stadio, il suo stadio. Lo farà a sue spese, con un progetto ambizioso e che mira a completare un ulteriore salto di qualità, per la società e di conseguenza per la squadra. Ogni danarosissima cessione che Percassi riesce a chiudere è un pezzo dell'Atalanta di domani che viene costruito. Al resto pensano il settore giovanile (che dopo l'ultimo gioiello, Musa Barrow, è pronto a regalare nuovi diamanti da sgrezzare al maestro Gasperini) e Sartori. Che nel silenzio generale ha portato a Bergamo prima Freuler e Hateboer, poi Castagne, Gosens, Palomino. Sconosciuti ieri, certezze oggi, possibili ulteriori plusvalenze domani.

    Il 26 luglio si avvicina e il dito dell'Atalanta punta metaforicamente verso quella data sul calendario. Ma se la sensazione è che lo sguardo della Dea non vada oltre, la verità è che ancora una volta quel dito sta puntando verso la Luna.

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