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  • L'infame attacco a Silvia Romano: odio e crudeltà, il virus non ci ha migliorati

    L'infame attacco a Silvia Romano: odio e crudeltà, il virus non ci ha migliorati

    • Fernando Pernambuco
      Fernando Pernambuco
    Tutto cambierà! Andrà tutto bene! Dopo questa dura prova, saremo migliori! E come no? Se ne poteva dubitare, ma ora ne abbiamo la certezza: non siamo migliori. Alla prima occasione, un nutrito numero di concittadini col conforto di alcune parti politiche è riuscito a scrivere, in un baleno, un nuovo, fresco capitolo da aggiungere all’interminabile “Storia Universale dell’infamia”.

    Stiamo parlando della buona, ottima notizia del rilascio di Silvia Romano, la volontaria sequestrata in Kenya e Somalia per più di un anno e mezzo. Una giovane donna, sola, nelle mani degli “Al-Shabab” (rete di terroristi e taglieggiatori islamici) per un’infinità di tempo, trasportata a piedi, su mezzi di fortuna in decine di prigioni, bendata, legata. Costretta a vivere nel terrore che ogni giorno fosse l’ultimo, ha condiviso il destino terribile della canadese Amanda Lindhout e dell’australiano Nigel Brennan, anche loro prigionieri d’una cellula islamica. Anche Amanda, dopo una brutale prigionia, per salvarsi la pelle s’è convertita all’Islam, come Silvia. La volontaria italiana ha solo dichiarato la sua conversione senza dire, come è suo sacrosanto diritto, altro. E’ bastato questo per scatenare un incredibile putiferio, per accusarla di tradimento, turpitudine, infamia (appunto). E’ già stato domandato: “E se si fosse convertita al buddismo, chi avrebbe urlato allo scandalo?”. E se fosse tornata mormone? E l’Islam è una religione riconosciuta come tale, al pari di altre oppure no?

    Padre Albanese, un missionario di lunga esperienza in Africa, si è detto sconcertato da chi condanna Silvia Romano per la sua scelta. Intanto perché di fronte a un’esperienza simile, ci sarebbe solo da tacere e gioire per l’esito, poi perché - ha continuato - “la conversione è il modo per salvarsi la vita” e comunque si tratta d’una scelta “personale”. Figuriamoci se questa semplice lezione di coscienza è stata osservata. Nella vasta e libera platea dei social, c’è stato addirittura qualche cultore di antropologia culturale, che ha sfoggiato dotte ipotesi d’antropometria. Sì, avrete capito: “certe misure, le devono essere piaciute alla Romano per andare a cercarsele nell’Africa nera”. Il consigliere comunale di Asolo Nino Basso, venetista di Verso il Futuro non ha dubbi e dichiara: “Impiccatela”, poi ci ripensa, ma il segno l’ha lasciato.

    Ci sono stati, inoltre, gli “economisti”, i ragionieri, e anche qualche politico... quelli che pensano al bene generale di noi tutti: “Quant’è costato il riscatto di questa qui, quanto pesa in un momento così delicato per la Nazione?”. Dunque, facciamo due calcoli. La cifra ipotizzata per il riscatto va da 1 milione a 3 milioni di Euro. Facciamo 2 milioni. Diviso per 60 milioni fa 0,333333 Euro. Capisco che con questi soldi (per altro non spendibili perché confinati in un fondo speciale che hanno tutti i Paesi occidentali) ognuno di noi non solo avrebbe affrontato alla grande la pandemia, ma se la sarebbe anche goduta. E, comunque, altra osservazione: “Chi glielo ha fatto fare di andare in Kenya alla Romano? Peggio per lei! Perché dobbiamo pagare noi?”. E’ vero, perbacco, questo è un ragionamento da estendere subito ad ogni circostanza. Perché dobbiamo andare a salvare il rocciatore impavido? E quel signore che con la sua barca resta in balia delle onde? E chi scivola in una scarpata? E chi sta per affogare? Chi glielo ha fatto fare a questi qui d’uscire di casa, prendere un sentiero, fare una nuotata, alzare le vele? Peggio per loro. Chi glielo ha fatto fare a Padre Dall’Oglio di andare in Siria e a Padre Macalli in Niger ( entrambi non sono tornati)?

    “Eh, ma che teatro! Quanta gente a riceverla a Ciampino! Conte e i ministri! Che vergogna! Uno spot per il Governo!” han sentenziato illustri opinionisti, segretari di partito. Perché, quando arrivò Giuliana Sgrena ( vi ricordate la morte del povero Calipari a un check point statunitense?) nel 2005 a Ciampino, non c’erano Berlusconi, Letta, Casini e vari sottosegretari? Al governo non c’erano Forza Italia, Lega Nord, Alleanza Nazionale, CCD-CDU? E il riscatto che finanzia i terroristi? E i riscatti pagati da tutti i precedenti governi (destra, sinistra: Berlusconi 2, Prodi 2) talvolta con successo (Sgrena e Mastrogiacomo) talvolta no (Baldoni e Quattrocchi) chi finanziavano? Un’associazione benefica, una bocciofila?

    Ma alla fine, invece di tanto odio, di tanti distinguo, di tanta memoria corta, di tanta crudeltà, basterebbe un po’ di pietas. Quella di Virgilio, di Enea nostro progenitore, che accanto al valore e al coraggio, mette, appunto, la pietà. Il profondo sentimento, laico e religioso, di compassione con cui aiutare e salvare gli altri, senza calcolo, senza tornaconto. E, invece... Invece, se mai lo avessimo avuto, adesso il dubbio è fugato: no il Covid non ci ha affatto migliorati e tutto sarà “Come prima, più di prima”.

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