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  • L'Inter avvisa il Milan: tre punti facili in un momento duro. Ora la Coppa: Conte ha due motivi per battere la Juve

    L'Inter avvisa il Milan: tre punti facili in un momento duro. Ora la Coppa: Conte ha due motivi per battere la Juve

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    L’Inter vince a Firenze (2-0) e vola in testa al campionato in attesa della risposta del Milan, impegnato in casa con il Crotone. Successo semplice - a dispetto della tradizione - contro una squadra modesta, non a caso posizionata nella parte destra della classifica. La Fiorentina è riemersa dai miasmi della oltraggiosa lotta per la salvezza, ma resta invischiata in una mediocrità senza fine. Avesse anche momentaneamente pareggiato con Bonaventura (traversa piena), dopo il primo vantaggio dell’Inter, sarebbe alla fine naufragata di fronte ad un’avversaria che si è ritrovata dopo la sconfitta in Coppa Italia con la Juventus e che sente di avere tutti i numeri per vincere lo scudetto.

    Hanno segnato Barella e Brozovic, un gol per tempo. Un terzo è stato annullato a Lukaku - posizione di fuorigioco di Perisic -, ma il risultato non è stato mai in discussione. Anzi, alla fine, viene da chiedersi come mai l’Inter non abbia dilagato e la risposta si trova nelle decisive parate di Dragowski, un portiere poco celebrato, ma molto efficace. L’Inter, fedele all’immarcescibile 3-5-2, ha schierato la squadra titolare con la sola eccezione di Perisic per Young. La Fiorentina, invece, pur fedele ad un modulo speculare a quello nerazzurro, ha dovuto rinunciare a Milenkovic e Castrovilli (squalificati) e a Ribery (infortunato). 

    Sia detto con rispetto degli assenti, l’Inter avrebbe vinto lo stesso sia per la carica che ha messo in campo (Conte, in tribuna, ne sarà stato certamente contento), sia per la differenza di qualità degli undici in campo. Prandelli è un buon allenatore, ha di certo avuto il merito di avere sottratto alla Fiorentina la paura di un’immotivata retrocessione, ha vinto a Torino con la Juve e raccolto punti importanti, ma non è più (o non è ancora) a livello di Antonio Conte, che presiede al gioco della sua squadra come il più talentuoso degli strateghi. Più semplicemente l’Inter è nettamente più forte della Fiorentina, ha un gioco che ormai viene tramandato a memoria, trova la porta con facilità ed ha un paio di calciatori dall’imprevedibile verve creativa. Uno è Hakimi, un propulsore di fascia destra che sa determinare una costante superiorità numerica. L’altro è Barella, moto perpetuo con pochissime possibilità di errore. Da una loro combinazione - non erano passati nemmeno cinque minuti - è nata la prima occasione per l’Inter che Dragowski ha sventato grazie alla sua reattività. 

    La Fiorentina, soggiogata dall’eccellenza interista, ha replicato una prima volta con Vlahovic (colpo di testa su cross di Biraghi), ma Handanovic ha respinto. Poi, trafitta da un tiro a giro di Barella, susseguente ad un calcio d’angolo (1-0 per l’Inter al 31’) la squadra viola si è fatta viva al 36’ con un tiro contro la traversa di Bonaventura (assist di Martinez Quarta) e sul prosieguo dell’azione, una conclusione di Biraghi ha costretto Handanovic ad una respinta di piede. Quindi il nulla. Sia perché l’Inter ha ripreso a comandare (assist di Sanchez per un colpo di testa di Lukaku alto), sia perché i cambi della ripresa (Kouamé per Borja Valero, Gagliardini per Vidal) hanno spostato il peso della bilancia dalla parte dell’Inter.  Il raddoppio è arrivato presto (51’: Hakimi devasta la fascia destra e serve a Perisic un pallone da spingere solo in rete) e poco più in là sarebbe potuto arrivare anche il terzo gol (Lukaku) se Perisic non fosse partito di un’inezia in fuorigioco. 

    Mancava mezz’ora alla fine e tutto era compiuto. Pur non riconoscendo una tranquillità palese nella gestione del doppio vantaggio, Conte, dalla tribuna, ha ordinato il cambio di Sanchez con Lautaro. L’intento è sembrato chiaro: far scaldare Lautaro per la sfida di martedì in Coppa Italia con la Juve. L’allenatore interista non si sente per nulla fuori dalla competizione e a Torino schiererà la squadra titolare. Primo, perchè la Coppa Italia è un obiettivo per l’Inter più di quanto non lo sia per la Juve. Secondo, perché eliminare dalla competizione un avversario storico e tornare in vantaggio negli scontri diretti è un obiettivo quasi esistenziale per un tecnico che vive la sconfitta come una patologia. L’Inter dell’ultima mezzora è stata travolgente e solo Dragowski ha impedito prima a Perisic e poi a Gagliardini di arrotondare il punteggio. I cambi del finale hanno appesantito il tabellino, ma lasciato intonsi risultato e andamento della gara. Per l’Inter tre punti facili in un momento difficile. La classifica non deve dare alla testa, ma è un segno. Comunque vada, il Milan non potrà scappare. 

    :(actionzone)

    IL TABELLINO

    Fiorentina-Inter 0-2 (primo tempo 0-1)


    Reti: 31’ p.t. Barella (I), 7’s.t. Perisic (I)

    Assist: 31’p.t. Sanchez (I), 7’s.t. Hakimi (I)

    Fiorentina (3-5-2): Dragowski; Martinez Quarta, Pezzella, Igor; Venuti (27’s.t. Malcuit), Bonaventura, Borja Valero (1’s.t. Kouame), Amrabat, Biraghi (37’s.t. Barreca); Eysseric (28’s.t. Pulgar), Vlahovic (28’s.t. Kokorin). All.Prandelli

    Inter (3-5-2): Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Hakimi, Barella, Brozovic, Vidal (1’s.t. Gagliardini), Perisic (35’ s.t. Darmian); Sanchez (17’ s.t. Martinez), Lukaku (44’s.t. Pinamonti). All.Conte

    Arbitro: La Penna di Roma

    Ammoniti: 42’ p.t. Perisic (I), 15’ s.t. Amrabat (F), 30’ s.t. Quarta (F), 36’s.t. Pulgar (F)


     

     

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