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  • L'Inter di Conte è fatta e funziona col PSG: mancano solo due attaccanti veri

    L'Inter di Conte è fatta e funziona col PSG: mancano solo due attaccanti veri

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    L’Inter meritava e l’Inter ha vinto. Pareggiando al 94’ con Longo (1-1) e tirando i rigori meglio del Paris Saint Germain (l’unico errore è stato di Candreva contro i due dei francesi). Così, alla fine, anche se non contava nulla, Antonio Conte ha potuto sorridere quasi felice

    In una tournée scivolosa (visto quel che è successo al Real Madrid nel derby con l’Atletico?), soprattutto perché senza attaccanti titolari, la sua squadra non solo non ha fatto figuracce, ma nei 90 minuti ha perso solo dallo United. Contro la Juve ha fatto bene, contro i francesi addirittura meglio. Segno che difesa e centrocampo ci sono (a Macao ha giocato il reparto che potrebbe essere titolare), quando arriveranno Dzeko e Lukaku l’Inter segnerà anche con regolarità e in molte maniere.

    Per adesso va apprezzata la quadratura tattica, ancorata al 3-5-2, e il pressing in avanti (gegenpressing) che i francesi hanno sofferto per quasi tutta la partita. Questa volta D’Ambrosio ha fatto l’esterno a destra, con Dalbert dall’altra parte, mentre Barella e Sensi si sono messi ai fianchi di Brozovic. Dietro, invece, Bastoni ha agito da terzo centrale. Gli altri due, come al solito, erano Skriniar e De Vrij. Godin è entrato al 65’ e di lui non si può dire molto: si sa quel che è e quel che fa, di certo sarà un titolare con gli altri due, mentre Bastoni si accomoderà in panchina. Fossi stato in Conte, avrei tenuto anche Miranda perché con tre competizioni da disputare non si è mai abbastanza. Ma evidentemente D’Ambrosio l’ha soddisfatto anche come centrale.

    L’Inter - lo si è capito anche da queste amichevoli asiatiche - prenderà pochi gol. Meno ancora quando ci sarà Godin in campo. Nessuna certezza, ma con lui in area difficilmente Kehrer avrebbe potuto colpire come ha fatto in occasione del primo gol, sfruttando cioé un’esitazione di Skriniar. Gli uomini di Conte si sono trovati sotto dopo aver condotto, di fatto, la gara e avere avuto le migliori occasioni da rete. In due situazioni è stato bravissimo Esposito a procurarsele. Prima con un doppio rimpallo chiuso con un tiro sventato da Areola. Poi con un cross che Dallo ha deviato di testa verso la propria porta (respinta provvidenziale ancora di Areola). Una terza volta Esposito, lesto come una biscia, si è liberato in area, ma di nuovo Areola l’ha preceduto. 

    Poco prima, invece, l’opportunità più consistente l’aveva creata Brozovic (grande partita) a beneficio di Perisic: il primo controllo, nello smarcamento solitario, è stato ottimo, ma il secondo ha vanificato tutto. Da cosa nasceva tanto predominio interista? Dal fatto che ogni palla contesa era appannaggio dei nerazzurri, dalla grande capacità di accorciare in avanti e dalla possibilità di agire in ampiezza. E siccome, dalla parte opposta, c’era in campo una signora squadra (con Bernat, Kurzawa e Meunier, Verratti ed Herrera, Sarabia, Draxler e Mbappè) viene da pensare che l’Inter attuale sia già molto avanti nell’apprendere e il gioco di Conte e trasferirlo sul campo.

    Meglio del primo tempo sono stati i primi venti minuti della ripresa, quando l’Inter ha costruito due altre grandi occasioni in cionque minuti. La prima, di nuovo, con Perisic (assist di D’Ambrosio che vince un anticipo a centrocampo) e l’altra con Barella, smarcato da Perisic, a sua volta imbeccato da Brozovic. Su entrambe Areola è stato bravo a respingere. A proposito di Perisic attccante, continuo a pensare che sia una forzatura e che il meglio lo dia quando si decentra. Tuttavia meglio contro il Psg che con la Juve. Chissà che Conte, in attesa di qualche acquisto, non riesca a farne davvero una punta di complemento.

    Nel frattempo si è visto, penso per l’ultima volta con la maglia dell’Inter, Samuele Longo, che era stato assai poco palpabile nelle precedenti gare. Questa volta non solo ha segnato una rete che ha evitato la sconfitta, ma ha anche realizzato dal dischetto quando c’è stato da battere i calci di rigore. In questi anni il ragazzo non ha mantenuto quanto prometteva, ma avrà comunque una carriera dignitosa. Non era da Inter anche se, forse, meriterebbe di più della serie B spagnola. Esposito, invece, verrà subito dietro ai due titolari e a Lautaro Martinez.

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