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  • L'Inter è tornata: coraggio, cattiveria e attributi nel momento più difficile. Che forte Bremer, è l'ora di chiudere

    L'Inter è tornata: coraggio, cattiveria e attributi nel momento più difficile. Che forte Bremer, è l'ora di chiudere

    • Filippo Tramontana
      Filippo Tramontana
    Nessuno vuole fuggire, le contendenti allo scudetto si sfidano in un “rimpiattino” di cui Ligabue sarebbe fiero se non prestasse attenzione al fatto che di mezzo c’è anche la sua Inter. I nerazzurri sembravano spacciati prima della trasferta di Torino contro la Juventus. La squadra di Inzaghi dava l’impressione di essere la più debole psicologicamente delle 4 davanti e, perdendo contro gli uomini di Allegri, sarebbe addirittura scivolata al quarto posto salutando forse definitivamente le speranze residue di tricolore. Invece l’Inter ha tirato fuori gli attributi nel momento più delicato, solo una vittoria poteva avere l’effetto di una medicina efficace contro il malessere interista che durava da quasi due mesi. Vittoria è stata a Torino e replica ottenuta anche davanti ad un San Siro finalmente strapieno contro il Verona.

    Il primo tempo nerazzurro è stato finalmente di alto livello, la forma fisica è tornata quella di qualche settimana fa e i risultati si sono visti con uno spedito 2-0 nei primi 30 minuti di gioco. L’unica occasione vera del Verona, firmata Simeone alla fine dei primi 45 minuti, è stata ottimamente neutralizzata da Handanovic lasciando San Siro godersi l’intervallo senza troppi pensieri in testa. L’Inter ha dimostrato di essere presente alla situazione e al momento. Dopo l’ennesimo infortunio di De Vrij, Inzaghi ha arretrato il baricentro cercando di non dare spazi alla squadra di Tudor, D’Ambrosio è stato ancora una volta importantissimo (colto anche un palo in attacco) mentre Skriniar si è rivelato un vero muro impossibile da valicare. Il pelo nell’uovo si può trovare facilmente. La mancanza di veri e propri contropiedisti limita la possibilità di fare male all’avversario nei momenti in cui la ripartenza la fa da padrone. Contro il Verona è successo questo. Nel secondo tempo soprattutto la squadra di Tudor ha concesso, nel tentativo di accorciare le distanze e riaprire la partita, tantissimi spazi in ripartenza ai campioni d’Italia in carica senza però che i nerazzurri riuscissero a sfruttarli per chiudere definitivamente il match. Bisognerà migliorare anche da questo punto di vista nei prossimi match per cercare di mettere maggiore pressione agli avversari di turno.

    Chiaro è che il gioco di Inzaghi non si basa sul contropiede e, fino a inizio 2022, lo si è visto bene. La manovra del mister nerazzurro è fatta di pressing alto, squadra corta e continui movimenti senza palla oltre che sugli inserimenti dei difensori e dei centrocampisti in fase offensiva. Difficile però riuscire appieno nell’impresa quando le forze vengono a mancare e “rifugiarsi” nelle ripartenze è scelta saggia e da considerare più spesso. Ovvio però che mancando giocatori fatti apposta per quel tipo di gioco poi diventa difficile sfruttarlo al massimo delle possibilità. Detto questo, l’Inter è tornata contro il Verona ad avere coraggio nella giocata e cattiveria nella lotta sulle seconde palle. Serviva dare continuità dopo i 3 punti dello Stadium e la missione è riuscita. E’ ancora lunga, il campionato può dire ancora molto e, ad oggi, il Milan comanda ancora la classifica.

    Chi ha guardato Torino-Milan però non può non essere stato rapito dalla prestazione di Bremer. Il difensore granata continua a dimostrare di essere di un livello superiore, le voci di mercato sul suo futuro sono sempre più insistenti. Se è vero che l’Inter, come si dice da mesi, è in pole position per il suo acquisto non deve temporeggiare oltre. Marotta e Ausilio stanno preparando il colpo che però ora va finalizzato, il difensore brasiliano sta diventando un top che fa gola a tutta Europa e anticipare la concorrenza diventa di vitale importanza. Immaginare Bremer al fianco di una roccia come Skriniar potrebbe far felici molti tifosi nerazzurri e magari tranquillizarli anche sul futuro prossimo dell’Inter.
     

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