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  • L'Inter l'ha vinta con i cambi, Juve condannata dagli errori di Alex Sandro e Dybala

    L'Inter l'ha vinta con i cambi, Juve condannata dagli errori di Alex Sandro e Dybala

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Come ampiamente previsto, la Supercoppa italiana la vince l’Inter di Simone Inzaghi. Che lo faccia all’ultimo secondo dei supplementari è un puro dato cronistico, perché i nerazzurri avevano fatto di più e meglio per l’intera partita, rispetto ad una Juve priva di sei titolari, con una difesa rabberciata e senza Dybala che, entrato al 74’, non si è mai visto. Meglio di lui Kulusevski, Morata e perfino Bernardeschi, uscito solo perché ammonito in una serata in cui sembrava in stato di grazia.

    L'ERRORE - Certo c’è stata partita e ci sarebbero stati anche i calci di rigore se Dybala, anziché lanciare inutilmente Kean, quando mancavano meno di trenta secondi alla fine di tutto, avesse calciato fuori la palla. L’operazione avrebbe consentito il cambio di Rugani con Bonucci (rigorista designato) e, assai probabilmente, avrebbe evitato il gol dell’Inter, visto che Doveri aveva il fischietto in bocca e non aveva intenzione di concedere recupero.
    Invece la tardiva decisione di Allegri (Bonucci andava fatto entrare almeno tre minuti prima) e la sbadataggine dell’argentino hanno costretto gli juventini alla caccia all’avversario per un fallo volontario che ha tolto concentrazione alla difesa, dove è arrivata la palla di Dimarco. Alex Sandro, in perfetta solitudine, l’ha colpita di petto per servire Chiellini, ma la sfera è rimasta a metà strada. Così si è inserito Darmian che, pur toccato dal capitano bianconero, ha fatto arrivare la palla a Sanchez, lesto ad anticipare Rugani e a mettere dentro per il delirio di San Siro e qualche esultanza poco composta anche in campo.

    DIFFERENZA - L’Inter ha giocato, la Juve ha resistito. Per gli uomini che le erano rimasti (fuori Szczesny, Danilo, Bonucci, Cuadrado, de Ligt, Chiesa), tutti titolari e tutti tecnicamente di un passo superiore, ha fatto anche troppo. Ma speculare sugli episodi può funzionare qualche volta, non quando di fronte hai chi corre di più, ha maggiore intensità, possiede una grande varietà di soluzioni e, soprattutto, può permettersi sostituzioni destinate a migliorare la squadra.
    Quando Simone Inzaghi (75’) ha tolto contemporaneamente Lautaro Martinez (assai contrariato) e Dzeko, sono entrati Sanchez e Correa. Ora, sarà anche un caso che abbia segnato Sanchez, ma come la mettiamo se il cross l’ha fatto Dimarco (dal 100’ al posto di Perisic) e nel disturbo a Chiellini, decisivo è stato Darmian (dall’88’ per Dumfries)?
    Non sono un fanatico della comparazione degli organici. Per me una squadra deve funzionare in quanto espressione collettiva ed è quella l’unica valenza che conta. Tuttavia bisogna tener conto che, mentre la Juve, toglieva Morata ed entrava Kean, rinunciava a Bernardeschi per Arthur e risparmiava Locatelli per Bentancur, l’Inter manteneva praticamente inalterato il suo impianto di gioco con elementi coscienti e funzionali.

    PRESSIONE - Ho detto che l’Inter ha meritato di vincere e la cronaca non può che confermare la mia asserzione. I nerazzurri sono partiti talmente forte da frastornare la Juve, incapace non solo di ripartire, ma in difficoltà anche a contenere. Nessuna grossa occasione (un diagonale di Lautaro, un colpo di testa di Dzeko e uno di De Vrij in ordine di importanza), ma una pressione costante con sradicamento delle fasce dove Perisic, a sinistra, e Dumfries a destra, spingevano a più non posso.
    All’11’ ci sarebbe stato anche un primo rigore per l’Inter, causa un contatto tra Chiellini (in ritardo) e Barella (lanciato in area). Il fallo, forse, non era perfettamente visibile dal campo, ma Doveri andava richiamato al Var perché si trattava di un chiaro errore di valutazione.
    Allegri, che ha riproposto il 4-4-2 con Kulusevski a schermare i movimenti di Brozovic, ha fatto riemergere la sua squadra a poco a poco. E, come aveva detto, l’ha orientata a cogliere il massimo dagli episodi.

    I GOL - Così, dopo una palla strappata da Kulusevski a Brozovic al limite dell’area e mal sfruttata da Bernardeschi, la Juve è addirittura passata in vantaggio al 24’, sempre grazie ad un’azione insistita di Kulusevski a destra, un cross che ha trovato dall’altra parte Morata e un assist premiante per l’inserimento di McKennie. Il suo colpo di testa, a de Vrij impassibile, ha bucato Handanovic.
    L’obiettivo della Juve sarebbe stato quello di andare al riposo in vantaggio, invece un’ingenuità di De Sciglio (sgambetto a Dzeko servito da un assist di Perisic) ha prodotto il rigore che ha portato Lautaro al pareggio (35’).
    Poi ancora Inter che, per ben due volte, ha costretto Rabiot a miracolosi salvataggi.
    C’è stata Juve all’inizio di ripresa, quando si è acceso Bernardeschi. Una volta ha concluso fuori di poco, un’altra alto di tanto, ma dopo un’azione personale travolgente.

    GIUTO COSI' - Fuori lui e dentro Arthur per un 4-4-2 a rombo (il brasiliano vertice basso, Locatelli alto, Rabiot a sinistra e McKennie a destra), l’Inter ha di nuovo alzato il livello del ritmo e Dumfries (58’) ha costretto Perin ad una strepitosa parata (come l’aiuto della traversa) su colpo di testa apparso vincente dell’olandese. Simone Inzaghi, dopo aver avvicendato l’attacco, ha cambiato anche a centrocampo (Darmian per Dumfries, Vidal per Barella e, nel primo supplementare, Dimarco per Perisic), ma la stanchezza e un po’ di rassegnazione avevano convinto tutti che sarebbe finita ai rigori. Invece, su un colossale errore difensivo della Juve, Sanchez è spuntato a prendersi la Coppa. Conquistata da chi la merita.

    Inter-Juventus 2-1

    IL TABELLINO


    Inter (3-5-2): Handanovic; Skriniar, De Vrij, Bastoni; Dumfries (89' Darmian), Calhanoglu, Brozovic, Barella (89' Vidal), Perisic (100' Dimarco); Dzeko (76' Correa), Lautaro (75' Sanchez). A disp.: Radu, Gagliardini, Vecino, Kolarov, Sensi, Ranocchia, D'Ambrosio. All.: Inzaghi.
    Juventus (4-3-3): Perin; De Sciglio, Rugani, Chiellini, Alex Sandro; McKennie, Locatelli, Rabiot; Bernardeschi (79' Arthur), Morata (88' Kean), Kulusevski (74' Dybala). A disp.: Szczesny, Pinsoglio, Danilo, Pellegrini, Bonucci, Kaio Jorge, Bentancur, Ake, De Winter. All.: Allegri.
    Arbitro: Doveri di Roma 1.
    Marcatori: 25' McKennie (J), 35' rig. Lautaro (I), 121’ Sanchez (I).
    Ammoniti: Bernardeschi, Dybala, Rugani (J); Dzeko, Correa (I).

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