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  • L'Inter si scopre bella, oltre che utile: con questo Icardi gli ottavi sono vicini

    L'Inter si scopre bella, oltre che utile: con questo Icardi gli ottavi sono vicini

    • Giancarlo Padovan
    La migliore Inter della stagione - almeno di questa prima parte - sbanca Eindhoven e vola verso la qualificazione in Champions insieme al Barcellona. Due partite e sei punti con le stesse modalità: svantaggio iniziale, poi rimonta e sorpasso. Anche questa volta, come con il Tottenham in casa, finisce 2-1. Quel che cambia è la qualità del gioco, la continuità di manovra, la prestazione dei singoli che si mettono a completa disposizione del collettivo (Icardi lo fa da vero capitano) e che danno finalmente dell’Inter un’idea completa e compiuta.

    Non so se sia esattamente la squadra voluta da Spalletti, non so se possa migliorare ancora. Però adesso ha un’identità precisa, sa attaccare e difendere stando corta, non ha nel controgioco (le cosiddette riapartenze) l’unica soluzione, crea sugli esterni le premesse per vincere le partite. La superiorità di Spalletti su Van Bommel è anche in questo particolare. Nel secondo tempo l’Inter ha sventrato la fascia destra del proprio attacco (la sinistra della difesa olandese) con le incursioni di Politano, quasi imprendibile, e le sovrapposizioni di D’Ambrosio. Da quella parte Angelino (Tasende) ha sofferto un costante uno contro due, concedendo cross che sono stati quasi tutti preda di Icardi.

    Il capitano ha segnato al 60’ (comico scontro tra Zoet e Schwaab, causato dal portiere, che finisce per lasciare ad Icardi la porta spalancata), ma avrebbe potuto farlo sia nel primo che nel secondo tempo se, nel gioco aereo, fosse stato più preciso. Tuttavia, in una nottata come questa, biasimare Icardi sarebbe da folli. La sua disponibilità a rientrare, a recuperar palla (è accaduto nel finale), a lottare su ogni pallone (anche quelli che vengono definiti mezzi e mezzi, cioè realmente di nessuno) è stata ammirevole. Come lo è stato essere punto di riferimento per ogni iniziativa d’attacco: Icardi non ha solo concluso, ma lavorato per gli inserimenti dei centrocampisti (vedi il primo gol di Nainggolan al 44’, un minuto prima dell’intervallo).

    Anche il belga ha fatto benissimo. Il gol è stato importante per la squadra, ma la sua presenza nel vivo del gioco lo è stata di più. Radja, al pari di Vecino, ha tratto giovamento dalla creazione dello spazio sugli esterni, un tipo di attività e di frequenza non certo casuale, ma studiata e ripetuta. Il Psv non è una squadra morbida, meno che mai facile. Corre e pressa (anche se non altissimo), possiede giocatori di buona tecnica, schiera difensori molto dotati fisicamente. Come tutte le squadre olandesi - questione di mentalità - non specula e difende in maniera un po’ approssimativa. Anche van Bommel ha elementi forti sugli esterni (Dumfries e Angelino, i due bassi, meno Lozano e Bergwijn), ma i loro sforzi, in parte sono stati frustrati da D’Ambrosio e Asamoah (oltre che dai raddoppi di Politano e Perisic), in parte si sono chiusi con cross invariabilmente catturati da Skriniar e de Vrij, i due migliori in senso assoluto.

    Eppure, anche questa volta, l’Inter è andata sotto. E’ accaduto poco dopo la metà del primo tempo  (27’) con un tiro da fuori area di Rosario che si è insaccato quasi all’incrocio. Siccome nulla nasce dal caso, centrocampisti (Brozovic) e difensori (D’Ambrosio) hanno la loro responsabilità. Il primo è andato a chiudere in ritardo su Rosario, il secondo ha permesso a Lozano di servire il compagno. Non sono esattamente peccati veniali, anche se la serata di vena collettiva si è incaricata di cancellarli. L’Inter, che aveva cominciato benissimo, è tornata a condurre gioco e partita, ha avvicinato il pareggio in un paio di circostanze, poi l’ha raggiunto anche grazie alla presa difettosa di Zoet. Sul tiro centrale, da fuori, di Asamoah, il portiere non ha trattenuto. Sul pallone è piombato Icardi che, in girata, ha centrato le gambe Schwabb. La respinta è finita in mezzo all’area da dove Nainggolan non ha sbagliato.

    Pareggio strameritato (l’Inter l’aveva accarezzato in tre circostanze: due volte con Icardi e una con Nainggolan) che ha fatto da prologo ad un successo che si faceva sempre più urgente (il Barcellona già vinceva a Londra). E’ vero che Pereiro ha colpito un palo esterno al 49’, come è altrettanto vero che, dopo il vantaggio di Icardi (60’), il nuovo entrato Malen (per Pereiro al 75’) ha eseguito una spettacolare rovesciata chiamando Handanovic al suo intervento più difficile. Ma si è trattato di episodi quasi avulsi dal contesto. Quello era scritto e interpretato da Spalletti e dai suo uomini. Icardi - l’ho detto - avrebbe potuto segnare di più, ma ritrovarlo a lottare in mezzo al campo è stato addirittura più significativo. Vittoria di bellezza e sostanza contro un avversario che quest’anno ha perso solo a Barcellona e con l’Inter. Non è un caso che sia andata così, non sarebbe un caso continuare a stare lassù.

    IL TABELLINO:

    Marcatori: 27’ Rosario, 44’ Nainggolan, 15’ s.t. Icardi

    PSV 4-2-3-1: Zoet; Dumfries, SchwaabViergever, Angelino; Rosario, HendrixLozanoPereiro (dal 30’ s.t. Malen), Bergwlin; de Jong.

    Inter (4-2-3-1): Handanovic; D’Ambrosio, Skriniar, de VrijAsamoahVecinoBrozovicPolitano (dal 45’ s.t. Candreva), Nainggolan (dal 41’ s.t. Borja Valero), PerisicIcardi.

    Arbitro: Mazic

    Ammoniti: 41’ Handanovic, 45’ D’Ambrosio, 38’ s.t. de Vrij, 41’ s.t. Asamoah

    Espulsi:
     

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