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  • L'Inter si sfascia da sola. Milan, non sbagliare: al derby il colpo di grazia

    L'Inter si sfascia da sola. Milan, non sbagliare: al derby il colpo di grazia

    • Cristiano Ruiu
      Cristiano Ruiu
    Da tanti, troppi anni non capitava un derby che avesse un rilevante valore di classifica e non solo per le emozioni della rivalità cittadina. Non possiamo certo dire che Milano sia tornata ai vertici del calcio nazionale, ma almeno domenica a San Siro i 3 punti varranno un posto nella prossima Champions League, traguardo che manca alla sponda rossonera da 6 lunghissimi anni e che è stato riconquistato dai cugini al fotofinish solo nella scorsa stagione. 6 mesi fa i due emisferi della città, seppur lontani dai fasti di inizio secolo, sembravano divisi da valori tecnici, economici e gestionali molto significativi. A inizio stagione gran parte dei critici pronosticava l’Inter addirittura come possibile anti Juve, mentre per il Milan si prevedeva l’ennesima annata anonima da zona Europa League. Dopo il derby d’andata la sensazione dei più sembrava confermata: il gol di Icardi aveva fatto traballare la panchina di Gattuso come non mai e aveva inferto un colpo che pareva letale sul futuro di Gigio Donnarumma. I nerazzurri, d’altra parte, sembravano certi di partecipare alla prossima Champions League e molto speranzosi di approdare alla fase finale di quella in corso.

    A quel punto si è vista la differenza abissale tra le due società. Leonardo e Maldini hanno abbassato la testa per continuare a lavorare, hanno protetto il loro allenatore e il loro fuoriclasse. In casa Inter invece si è consumato l’ennesimo ribaltone societario, si è pesantemente messo in discussione l’allenatore ed è scoppiata un’irreversibile crisi di spogliatoio culminata con la giubilazione del capitano. Il tutto quando la classifica era più bella che mai. Inevitabilmente i risultati sono stati la conseguenza delle diverse strategie societarie, il Milan ha vissuto un’esaltante rimonta, l’Inter una caduta libera.

    E siamo arrivati al derby di ritorno in una situazione ambientale e di classifica che era impossibile prevedere fino a prima di Natale. Il Milan e Gattuso hanno fatto tantissimo in questi mesi e dalle ultime prestazioni si percepisce che la rimonta ha un po’ logorato i rossoneri, per lo più non abituati a lottare per traguardi importanti. Le 5 vittorie consecutive sono state un piccolo capolavoro, ma il derby di domenica è il classico appuntamento da non sbagliare. Per l’Inter è l’ultima occasione di invertire un’inerzia stagionale che sta assumendo i contorni delle annate peggiori di morattiana memoria. Per non compromettere la stupenda rincorsa Gattuso deve dare ai cugini il colpo finale. Sarebbe stupido giocare per due risultati su tre, anche se la classifica lo permette. Bisogna puntare a vincere. Il Milan può beneficiare di un’intera settimana di lavoro, mentre l’Inter stasera si gioca il passaggio del turno in Europa. I rossoneri hanno il vento in poppa e l’organico quasi al completo, mentre Spalletti ha molti problemi, in primis Icardi da reintregrare nel gruppo “ob torto collo”, in secundis la sua panchina che sembra ormai avere una data di scadenza. Il Milan ha un bomber in grande forma e ha ritrovato un regista di grande valore, che io sicuramente farei giocare titolare. L’Inter è più spuntata che mai e di Icardi e Nainggolan si parla ormai solo per fatti “extra campo”.

    Ultimo dettaglio che dettaglio non è: il Milan gioca davanti ai propri tifosi che sono tornati entusiasti come un tempo. E da tanto, troppo tempo aspettano una serata come quella di domenica. Una serata per dire a tutti: “eccoci, siamo tornati”. Per questo motivo il derby di domenica sarà un derby diverso da tutti gli altri, un derby che deve essere giocato con la testa e la tensione di quelli di Champions del 2003. Gattuso sa come si fa e lo può spiegare ai suoi ragazzi. Non a caso Maldini e Leonardo, anche ieri, erano a  Milanello per seguire da vicino l’allenamento: l’obiettivo è proprio quello di far capire al gruppo che l’appuntamento di domenica non si può e non si deve sbagliare. Stavolta vale davvero come una finale di Champions e alla squadra, solo chi le ha giocate e le ha vinte, lo può spiegare.

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