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  • L'Inter spadroneggia contro un Milan provinciale. Che pena i rossoneri, ora rischiano di restare fuori dall'Europa

    L'Inter spadroneggia contro un Milan provinciale. Che pena i rossoneri, ora rischiano di restare fuori dall'Europa

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Tutto mi sarei aspettato da Stefano Pioli, tranne che contro l’Inter inaugurasse, anche in casa rossonera, la difesa a cinque. E quando ho visto il Mian schierato con quel sistema di gioco ho capito che la situazione della squadra deve essere particolarmente critica. Pioli, infatti, aveva un unico intento: difendersi con più uomini possibile (di fatto aveva una linea a cinque) per limitarte il passivo o, nel migliore dei casi, strappare un micragnoso pareggio. 

    Non mi sento di biasimarlo (solo lui conosce la condizione psico-fisica dei suoi calciatori), ma gli effetti sono stati scoraggianti. Mentre l’Inter spadroneggiava, creando occasioni in serie e segnando il gol dell’1-0 decisivo con Lautaro, il Milan faticava a superare la metacampo, dibattendosil nel nulla più assoluto: zero tiri in porta, zero tiri verso la porta, zero calci d’angolo, un possesso palla inferiore al 30 per cento. Insomma, una pena. Come se, anzichè un’antagonista fiera dell’Inter, si fosse trasformata nella più residuale delle provinciali e giocasse - si fa per dire - a non prenderle. O a non subire un’altra umiliazione, come accaduto in casa con il Sassuolo.

    Devo ammettere che, in sede di presentazione della partita, mi ero completamente sbagliato (me ne scuso con i lettori di calciomercato.com). E se il Milan, come tutti avevano anticipato, ha in effetti cambiato il sistema di gioco (sarebbe dovuto essere il 4-3-3), nessuno aveva previsto il conservativo 3-5-2. Altro che riscatto. Altro che grande occasione per dimostrare, anche con l’orgoglio, che le differenze in un derby non sono mai così abissali. L’Inter, sempre più seconda dietro l’imprendibile Napoli, ha portato a cinque i punti di vantaggio sul Milan e altri gliene infliggerà di qui alla fine. Di questo passo, il Milan non solo perderà la qualificazione alla Champions, ma rischia anche la zona Europa. Pioli sarà forse sollevato per non essere stato travolto da un’altra slavina, ma fossi in lui non sarei sereno. Né per la squadra, né per il futuro. 

    L’Inter non è solo più forte del Milan, ma la squadra migliore dopo il Napoli. Non sempre incanta, ma quando gioca come ieri sera, ovvero muovendo molto la palla da un fronte all’altro e aprendosi il campo con manovre ad un tocco, ha una sua identità, un suo stile e, soprattutto, una grande efficacia. Anche senza Brozovic, rientrato solo nel finale, il centrocampo sprigiona una qualità altissima, gli esterni (Darmian e Dimarco) forza e resistenza, mentre davanti Lautaro (di gran lunga il migliore in questa stagione) e Dzeko si completano per movimenti e attacco alla profondità. 

    Il risultato sta stretto ai nerazzurri. Perché, di fronte ad un MIlan che ha tirato in porta una sola volta (74’ con Brahim Diaz subentrato a Messias), l’Inter avrebbe potuto segnare prima (Lautaro grande parata di Tatarusanu) e dopo il vantaggio che, per ironia della sorte, è arrivato solo da calcio d’angolo, battuto da Calhanoglu e deviato di testa dal centravanti argentino campione del mondo. Nella circostanza, assai larga la marcatura di Kjaer che se lo è visto sfilare all’indietro come un’anguilla. 

    Leao è entrato a partita in corso, sostituendo Origi e affiancando Giroud come punta. Non che il portoghese abbia fatto sfracelli, ma un paio di accelerazioni hanno almeno creato situazioni di pericolo in area interista. Ad un quarto d’ora dalla fine, in un contropiede 4 contro 4, Leao ha allungato la difesa avversaria servendo a Giroud un assist che avrebbe meritato l’istantanea conclusione di destro. Il francese, invece, macchinoso più di sempre, ha cercato di portarsi la palla sul sinistro facendo sfumare l’unica mezza opportunità della partita del Milan.

    Al contrario, l’Inter, nel finale, prima ha segnato il gol del raddoppio annullato (Lautaro), poi con Lukaku ha chiamato ad una prodigiosa deviazione Tatarusanu, il migliore dei rossoneri (e anche questo la dice lunga sulla prestazione degli uomini di Pioli). Peccato, per l’Inter, che Lukaku (entrato per Dzeko) stia tornando ai suoi livelli solo ora. Ma se il campionato è andato, c’è una Champions in cui la stella del belga potrebbe continuare a brillare.    

    IL TABELLINO 

    Inter - Milan: 1-0

    Marcatori: 34’ Lautaro

    Assist: 34’ Calhanoglu 

    Inter (3-5-2): Onana; Skriniar, Acerbi, Bastoni; Darmian, Barella (dal 48’ s.t. Asllani), Calhanoglu (dal 44’ s.t. Gagliardini), Mkhitaryan (dal 26’ s.t. Brozovic), Dimarco (dal 26’ s.t. Gosens);  Dzeko (dal 26’ s.t. Lukaku), Lautaro. 

    Milan (3-5-2): Tatarusanu; Kalulu, Kjaer (dal 41’ s.t. Rebic), Gabbia (dal 26’ s.t. Thiaw); Calabria (dal 10’ s.t. Saelemaekers), Messias (dal 1’ s.t. Brahim Diaz), Tonali, Krunic, Hernandez; Origi (dal 10’ s.t. Leao), Giroud. 

    Ammoniti: Kalulu, Gabbia, Leao, Mkhitaryan, Giroud, Krunic

    Espulsi: 

    Arbitro: Davide Massa (della Sezione di Imperia) 

    VAR & AVAR: Mazzoleni - Fabbri. 



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