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  • L'Italia che va ai Mondiali, Messori a CM: 'Vi racconto la mia storia, dal sogno di mia madre al mito Messi'

    L'Italia che va ai Mondiali, Messori a CM: 'Vi racconto la mia storia, dal sogno di mia madre al mito Messi'

    • Simone Togna
    L’Italia desidera vincere il Mondiale. O quantomeno essere la sorpresa del torneo. “Più realisticamente l’obiettivo è quello di arrivare in semifinale”. Ma se schieri in campo un giocatore dal talento di Messi ogni fantasia è lecita.

    Il riferimento ovviamente non è alla Nazionale di Roberto Mancini che quest’estate vedrà la competizione dalla televisione. Bensì alla rappresentativa capitanata da Francesco Messori. Un vero e proprio campioncino. Non ancora ventenne, dal sinistro magico. Nato senza una gamba, un rene e il testicolo destro, è il punto di riferimento della selezione azzurra.

    Da piccolo giocavo con i normodotati. Tesserato dal C.S.I. (Centro Sportivo Italiano) mi era stata data la possibilità di integrarmi in quel campionato. Ma il mio sogno era quello di cimentarmi in una squadra composta da altri ragazzi con condizioni simili alle mie. Con atleti che si spostassero per il campo con le stampelle e non usassero alcuna protesi – racconta orgoglioso il giovane di Correggio in esclusiva a calciomercato.com -. Nel 2012, grazie all’aiuto della mia famiglia, e di quelli che credevano in questo progetto, abbiamo creato un gruppo su Facebook per reclutare altri ragazzi. E oggi abbiamo una rosa composta da 25 elementi, provenienti da tutta Italia”. 

    Si gioca sette contro sette. Su campi sintetici. Con la Nazionale italiana che fa parte della WAFF (World Amputee Football Federation) e del FISPES (Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentiali).

    Con Francesco e i suoi compagni che difendono con onore i nostri colori: “All’estero ci sono realtà anni luce davanti alla nostra. La Turchia vanta tre campionati, con più di 400 partecipanti in tutto il Paese. E non è un caso che abbiano vinto l’Europeo del 2017. Ma noi siamo arrivati quinti, qualificandoci per i Mondiali in Messico che si svolgeranno dal 24 ottobre al 5 novembre. E puntiamo a finire tra le prime quattro rappresentative del mondo, pur sapendo che avversari come Polonia, Uzbekistan, le squadre dell’est e quelle africane ci daranno filo da torcere”.

    Una nuova sfida. Per un predestinato: “Quando ero nella pancia di mia madre le ho tirato un calcio. Lei subito ha pensato che avessi la sua stessa passione, quella del pallone. Poi quando ha scoperto che non avrei avuto una gamba ha cambiato idea, credendo che avrei suonato il piano come mio padre. Non l’ho mai fatto”.
     
    Il primo pensiero della mamma era stato quello giusto. Quand’era giovanissimo alcuni suoi compagni temevano di fargli male. Altri non gli passavano la palla. Oggi si è guadagnato il loro rispetto. Messori si distingue per bravura e capacità. Veste il 7 di Cristiano Ronaldo per scelta di Renzo Vergnani, il suo primo e attuale allenatore, che giocava con questo numero. Ma il paragone è quello con la Pulce. 
    “È il mio idolo. C’è assonanza nel cognome. Ma non posso stabilire io se per come tratto la palla meriti di essere paragonato a lui”
    . Con Messi che tuttavia resterà per sempre impresso nei ricordi e sulla pelle del giovane classe ’98: “Ho incontrato l’argentino nel 2011 e nel 2014. L’ultima volta mi sono fatto autografare il braccio. Ho dormito facendo attenzione che l’inchiostro non scomparisse e il giorno seguente mi sono tatuato la sua firma sul braccio”.

    Non l’unica frase indelebile che si può leggere sul corpo di Francesco. Sul suo collo la scritta; It’s only one leg less (è solo una gamba in meno): “Volevo stimolare me stesso. Dimostrare a chi mi giudica senza conoscermi quello che sono in grado di fare grazie allo sport”. 
    Francesco è uno che affronta la vita a testa all’alta: “Per me non è mai stato un problema”. 

    Un giovanotto da ammirare, che lo scorso marzo a New York, durante un evento tenutosi all’ONU, con ospiti due come Ancelotti e Tardelli, ha raccontato la sua storia ai tre mila coetanei presenti, meritandosi scoscianti applausi per il suo messaggio: “È l’imperfezione che fa la differenza. Non sottovalutiamo i nostri difetti. Possiamo trasformarli in aspetti positivi. E trarne forza”. 
     
    Francesco non si piange addosso. Trasmette coraggio. E capita spesso che i suoi interlocutori restino a bocca aperta. Papa compreso: “Ho avuto l’onore di conoscere Bergoglio il 7 giugno del 2014. Gli ho letto una lettera e consegnato la mia fascia. Ho provato un’emozione fortissima. Il Santo Padre mi ha sorriso, senza dirmi nulla. Si capiva fosse colpito”. 

    Messori vuole proseguire su questa strada. Senza più fermarsi. Aspira a un Mondiale di alto livello. Per lui e per l’Italia. Per meritarsi altri riconoscimenti. Aggiungere nuovi aneddoti alla sua storia. E continuare a essere protagonista nelle partite di calcio. 
    Altrimenti avrebbe studiato pianoforte. 

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