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  • L'Italia dell'inseguimento è fantastica: oro e nuovo record del mondo, Ganna di un altro pianeta
L'Italia dell'inseguimento è fantastica: oro e nuovo record del mondo, Ganna di un altro pianeta

L'Italia dell'inseguimento è fantastica: oro e nuovo record del mondo, Ganna di un altro pianeta

  • Federico Albrizio
    Federico Albrizio
Mostruosi, fantastici. Non ci sono altre parole per descrivere i ragazzi dell'inseguimento a squadre, che regalano un'altra medaglia d'oro all'Italia (la 30esima complessiva in questi Giochi di Tokyo) e un altro record mondiale, il secondo in due giorni. Filippo Ganna, Francesco Lamon, Simone Consonni e Jonathan Milan si ripetono e si migliorano, entrando nella storia del ciclismo e dello sport tricolore: ieri il trionfo contro la Nuova Zelanda in 3'42"307, oggi hanno demolito la Danimarca nell'oro ritoccando ulteriormente il loro primato, in 3'42"032

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Un capolavoro, che segue quasi il copione di un film. Di fronte ci sono i danesi, campioni del mondo in carica da battere per aggiudicarsi l'oro, ma il record di 24 ore prima toglie ogni paura ai ciclisti azzurri che partono subito forte e mettono un buon margine nonostante gli scandinavi siano specialisti nei primi 3 km. La reazione di Madsen e compagni è furiosa e nel giro di pochi giri recuperano e si portano a loro volta avanti, toccando un vantaggio massimo di otto decimi. Pochi giri al termine, ma quando si hanno due come Milan e Ganna nulla è scontato, come contro la Nuova Zelanda gli ultimi metri sono quelli degli azzurri. Milan avvia la rimonta alzando il ritmo, il resto lo fa Ganna che quando subentra in testa cambia completamente il passo dell'Italia: un decimo a giro mangiato ai danesi che non riescono più a rispondere, il sorpasso arriva all'ultimo prima della gioia finale, l'oro con altro record. 

Tripudio azzurro, risultato storico e lacrime per il ct Marco Villa. E un'impresa per Filippo Ganna, volto più rappresentativo del treno azzurro e autore di un'annata da incorniciare. Le critiche che avevano accompagnato il quinto posto nella crono individuale a Tokyo (vinta da Roglic), anche ingenerose, non lo hanno scalfito e hanno invece dato ulteriori motivazioni per le prove su pista, dove non ha tradito. Lui, un 'ragazzo d'oro' come lo chiama papà Marco (atleta olimpico di canoa a Los Angeles 1984), che ha sfruttato i mesi di lockdown per specializzarsi nei lavori manuali di cura della casa (dal taglio della legna alla siepe, per aiutare i genitori a Vignne) e nelle grigliate. Cultore dei Lego e appassionato di videogiochi: soprattutto di quel Fortnite, tanto odiato da José Mourinho, sul quale sfidava gli altri atleti azzurri su pista durante il lockdown. Ora è davvero un ragazzo d'oro anche dal punto di vista sportivo, un gigante buono (193 cm) che raggiunge Jacobs e Tamberi: Ganna è di un altro pianeta, entra nella leggenda dello sport italiano. 
 

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