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  • L’Italia di Conte ha vinto l’Europeo e quella di Mancini può attendere

    L’Italia di Conte ha vinto l’Europeo e quella di Mancini può attendere

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    Il giorno in cui, sembra una vita fa, il premier Giuseppe Conte comparve in televisione a reti unificate per annunciare le prime e ancora leggere misure restrittive necessarie ai cittadini italiani per la lotta al coronavirus, azzardai scrivendo che ciascuno di noi avrebbe dovuto sentirsi orgoglioso del nostro Paese e che proprio la solidarietà e la consapevolezza collettiva avrebbero potuto rappresentare un’arma per vincere prima le battaglie e poi la guerra.  Non solo, chiusi la riflessione affermando che, da quel momento, l’Italia si poneva come guida per tutti i Paesi dell’intera Europa. Specialmente questa ultima considerazione provocò una reazione di alcuni nostri lettori modulata da toni ironici. Sarei francamente curioso di sapere cosa ne pensano oggi tutti coloro i quali ebbero da ridire rispetto a quella presa di posizione che non intendeva essere retoricamente patriottica, ma soltanto ricca di sano orgoglio nazionale.

    Oggi, avvicinandoci alla “chiusura” della prima quindicina di blindatura, mi pare evidente che la tesi dell’Italia da leggere come modello globale, dopo la Cina, non debba più fare sorridere nessuno. Se si esclude l’Inghilterra governata da una sorta di pericolo dottor Stranamore come Boris Johnson il quale prima propaganda la teoria selettiva sull’immunità di gregge e poi fa una brusca retromarcia acrobatica, ciascun altro Paese di un’Europa ormai inesistente come formazione di “stati uniti” si sia accodato seppure con grave ritardo alla procedura di emergenza italiana.

    Prima la Spagna, poi la Germania e infine la stessa Francia sempre pronta a sfotterci (“mon Dieu, les italiens") hanno stabilito di adottare le linee guida già in atto nella nostra nazione. Non a caso gli amici cinesi, arrivati in Italia a supporto della nostra task force, hanno manifestato ammirazione per ciò che stiamo facendo e per il modo in cui, salvo alcuni distinguo, il nostro popolo sta affrontando questo dramma. Non illudiamoci. Sarà ancora lunga. Il tunnel è buio e nessuna luce lascia intravedere la fine del budello nel quale ci troviamo. La lotta è dura ma nessuno de “les italiens” si sta chiamando fuori. Dai veri e nuovi eroi medici, infermieri, paramedici, operatori sanitari e volontari impegnati in prima linea ai semplici cittadini i quali, dopo aver superato lo sgomento iniziale foriero di azioni scomposte come la fuga dalle zone rosse, stanno rispettando in maniera ”quasi svizzera” e con grande sacrificio le imposizioni restrittive in atto. L’impressione, suffragata dal convincimento espresso da esperti e scienziati competenti in materia, è che a fine mese nulla di definitivo sarà avvenuto e che, quindi, ci dovremo preparare soprattutto mentalmente ad un ennesimo giro di vite. In ogni caso l’Italia sarà sempre avanti di almeno un passo rispetto ai cugini europei.

    Naturalmente, malgrado certe supposizioni improntate ad un illusorio ottimismo,  anche lo svago più amato dagli italiani continuerà ad essere azzerato. Del resto parlare di scudetto o di Champions in un momento simile suona perlomeno stonato. Lo stesso campionato Europeo non verrà disputato. Almeno, molto verosimilmente, non quest’anno. Peccato per Roberto Mancini e per i suoi ragazzi che, senza esagerare, avrebbero potuto pensare di vincere la competizione possedendo tutte le carte in regola per arrivare a tanto. Gli Azzurri dovranno attendere e farsene una ragione. Come ciascuno di noi. 
    Tutti consapevoli di aver comunque già vinto un Europeo decisamente più importante ed epocale di quello calcistico. E venerdì alle 18, quando gli italiani si affacceranno alle finestre e ai balconi delle loro “prigioni” per intonare tutti insieme l’inno di Mameli, si tratterà del momento più alto per l’orgoglio italiano. Un canto che, portato dal vento, verrà udito dagli abitanti di tutto il mondo. E nessuno di loro oserà più ironizzare su “les italiens”.

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