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  • L'Italia non sarà mai più forte dell'Inghilterra, ma la batte quando conta. Mancini ora vede la Final Four

    L'Italia non sarà mai più forte dell'Inghilterra, ma la batte quando conta. Mancini ora vede la Final Four

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Siamo vivi. Davanti a 50 mila innamorati che non hanno perso la fede e nemmeno la speranza, l’Italia di Roberto Mancini batte l’Inghilterra e resta in corsa per la finale a quattro della Nations League. Che non è l’Europeo o il Mondiale, ma può essere il primo passo per la ricostruzione dopo la prematura cancellazione dal Qatar. Non solo, quindi, gli azzurri non retrocedono in serie B (l’umiliazione tocca agli inglesi che, però, in Qatar ci andranno), ma se lunedì vinceranno in casa dell’Ungheria del formidabile Marco Rossi, il c.t. italiano che ieri notte ha fatto un altro miracolo, andando a vincere in Germania, si qualificheranno per una finale a quattro da giocarsi il prossimo giugno. Di più. Bisogna fare risultato e arrivare almeno secondi (sperando che la Germania non batta l’Inghilterra) per essere teste di serie al prossimo sorteggio dell’Europeo 2024, dove ci presenteremo da campioni in carica.

    Sia chiaro, in una notte, per quanto felice, perché illuminata dal gol vincente di Raspadori, non tutto può tornare come prima. Il consenso che la vittoria della Coppa Europa ci aveva portato non tornerà né presto, né intatto. Ma di sicuro si riparte con una Nazionale che, pur falcidiata dagli infortuni e dalle rinunce, con in campo ragazzi come Gnonto, senza un minuto nelle gambe nel suo club, stende un grande avversario con merito. E questo riaccende l’entusiasmo, nell’attesa di un piccolo miracolo che dovremmo completare a Budapest lunedì. Le gerarchie si sono invertite, i ruoli rovesciati. In un girone che presentava le corazzate Germania e Inghilterra, più la Nazionale campione del mondo, la Cenerentola Ungheria è in testa, battuta solo dagli azzurri. E fino al gol di Raspadori, che ha riaperto la qualificazione, Marco Rossi e i suoi ragazzi erano irraggiungibili per tutti, promossi addirittura con un turno d’anticipo. Bravo Mancini, dunque, e bravo Rossi che cercherà di prendersi quel che effettivamente la sua squadra sta meritando. Comunque vada lunedì, un italiano approderà alla fase finale. Ma noi, pur riconoscendo le straordinarie capacità del c.t. dei magiari, speriamo che a chiudere avanti siano quelli in maglia azzurra.

    La partita non è stata bella, ma commovente. Individualmente non siamo e forse non saremo mai migliori degli inglesi, ma loro ci soffrono e noi li battiamo più spesso di quanto ci vogliamo ricordare. Li battiamo, poi, quando conta tantissimo (la finale dell’Europeo a Londra) e ieri sera, in uno scontro diretto da dentro o fuori. Mancini ha rinunciato al 4-3-3 per un 3-5-2 con interpreti a sorpresa. Acerbi, sul centro sinistra, con Toloi a destra e Bonucci al centro. Dimarco a sinistra a tutta fascia. Cristante per Tonali e Scamacca al posto di Ciro Immobile, l’infortunato dell’ultima ora. Raspadori ha segnato il gol partita al 68’ su lancio perfetto di Bonucci. Ma quello che ha fatto il calciatore del Napoli, dall’aggancio con il destro, al reperimento dello spazio ai danni di Walker, al tiro a giro (ancora di destro) dal limite dell’area, ha del prodigioso. San Siro, nel primo tempo un po’ timido per una partita bloccata (unica occasione un colpo di testa di Scamacca, deviato in qualche modo da Pope), si è scaldato e gli azzurri hanno dato fondo alle poche energie rimaste. A brillare, anche per il consistente apporto del primo tempo, è stato Dimarco che, oltre a fornire assist (suo quello a Scamacca), ha colpito il palo all’84’, dopo che Gabbiadini (entrato per Raspadori) si era fatto ipnotizzare da Pope, quando era in vantaggio su tutti dentro l’area.

    Vittoria legittima, dunque, contro un’Inghilterra prima squilibrata (3-4-3 con Saka esterno di centrocampo) e poi più razionale (4-2-3-1 dal 72’ con l’ingresso di Show per Walker e di Grealish per Saka), ma pericolosa quasi mai se si eccettua una doppia occasione per Kane (76’) respinta due volte, sul primo palo, da Donnarumma. Prima del gol decisivo, Mancini, fedele fino al 90’ al 3-5-2, aveva immesso Gnonto per Scamacca e Pobega per Barella. Da quel momento (68’) l’Italia ha cominciato a stringere l’Inghilterra sia con il pressing collettivo che con una pressione individuale. Nella quale, eccellevano, oltre al solito Dimarco, anche Di Lorenzo e Cristante. Grande volontà, spirito di abnegazione, impegno collettivo e tanta umiltà. Forse l’Italia (Frattesi per Jorginho ed Emerson per Dimarco gli ultimi cambi), non è stata bella. Ma ha avuto orgoglio e coraggio. Dovrebbe bastare. Almeno per ora.

    Italia-Inghilterra 1-0 (primo tempo 0-0)

    Marcatori: 68' Raspadori (Ita)

    Italia (3-5-2): Donnarumma; Toloi, Bonucci, Acerbi; Di Lorenzo, Barella (63' Pobega), Jorginho (89' Emerson), Cristante, Dimarco (89' Frattesi); Raspadori (81' Gabbiadini), Scamacca (63' Gnonto). Ct: Mancini.

    Inghilterra (3-4-3): Pope; Walker (72' Shaw), Dier, Maguire; James, Bellingham, Rice, Saka (72' Grealish); Foden, Kane, Sterling. Ct: Southgate.

    Arbitro: Gil Manzano (Spa).

    Ammoniti: 48' Bonucci (Ita), 80' Di Lorenzo (Ita), 90+3' Bellingham (Eng).

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