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  • L'Italia sarà la sorpresa degli Europei

    L'Italia sarà la sorpresa degli Europei

    • Giancarlo Padovan

    In una partita dai molti silenzi, a parlare sono stati due gol. Uno bello e vero (quello di Insigne su assist di Giaccherini) e uno di Aduriz, un semi-esordiente di 35 anni, il più lesto a saltare su una palla non trattenuta da Buffon (testa di Morata). Il gol della Spagna, oltre che irregolare (Morata era in fuorigioco), è stato adulterato dall’errore del portiere della Juventus, fresco di primato italiano di imbattibilità. Proprio vero che il calcio chiede sempre il massimo anche ai suoi numeri 1.

    Italia e Spagna, ampiamente rimaneggiate, hanno giocato solo un tempo, il secondo. E a farlo, con maggiore brio, è stata l’Italia. La partita, da narcotizzante e improduttiva, è cambiata quando Conte ha avvicendato il trio d’attacco. Fuori Eder, Pellè e Candreva. Dentro Insigne, Zaza e Bernardeschi. Per la verità Candreva era stato uno dei migliori del primo tempo, insieme a Florenzi, quando ha sfruttato la catena di destra per assaltare una Spagna chiusa ma statica.


    Nulla a che vedere con la Nazionale campione d’Europa, nulla a che vedere con il guardiolismo e affini. Anzi, anche in un primo tempo smunto, le iniziative sono state più degli azzurri, (schierati con un 3-4-3), che degli avversari (4-3-3). Gli spagnoli non hanno quasi mai saputo palleggiare con maestria, né distendere la propria fitta rete di passaggi. Anzi, se nel primo tempo il confronto si è consumato a centrocampo, nella ripresa il pressing dell’Italia è stato più alto e più continuo. Fondamentale il ritmo: più corsa e meno tocchi alla palla hanno impresso ad alcune azioni il tormento della furia.

    Non so quanto Conte sia sulla strada giusta e dove possa arrivare. Ma una cosa è certa: l’Italia vista contro la Spagna è un complesso che interpreta adeguatamente tanto il 3-5-2 quanto il 3-4-3. Sulla disposizione prossima ventura della linea difensiva non ci sono dubbi: sarà a tre elementi (probabilmente Barzagli, Bonucci e Chiellini), mentre tutto il resto può variare. Candreva, per esempio, come Bernardeschi in seguito, non è esattamente una punta esterna, ma un esterno che sa attaccare, ripiegare, ripartire. Al di là del gol, tuttavia, credo che il c.t. non possa prescindere da Insigne, sia per le sue qualità nel dribbling, sia per gli inserimenti, sia per la capacità balistica. 

    Bene anche Giaccherini, come il veterano Thiago Motta. Non credo che per l’Europeo sia necessario ricorrere a lui (rientreranno Marchisio e Verratti, ci sono Montolivo e Soriano), però è consolante constatare come un calciatore che all’inizio della stagione rischiava di restare ai margini del Paris Saint Germain abbia saputo recuperare così tanto terreno.

    L’amichevole di Udine ha confermato anche un’altra teoria: l’Europeo che verrà non ha un favorito. Senza Busquets, Iniesta e Diego Costa, la Spagna è una Nazionale sulla via di una fisiologica involuzione. La Germania, che affronteremo martedì, si sta rinnovando. Il Belgio, che abbiamo nel girone, potrebbe non sopportare il peso del pronostico. In tutto questo, l’Italia sorprende. Non è una Nazionale di fenomeni, ma è squadra. Forse più di tutte le altre.


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