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  • La 21 di Pirlo e la 7 di Sheva: Milan, con Biglia e Kalinic la realtà è ben diversa

    La 21 di Pirlo e la 7 di Sheva: Milan, con Biglia e Kalinic la realtà è ben diversa

    • Angelo Taglieri
    Premessa: non sono arrivati come nuovo Pirlo e nuovo Shevchenko, ma semplicemente come Lucas Biglia e Nikola Kalinic. Loro, essenzialmente loro, semplicemente. Uno con le sue geometrie, la sua esperienza e la sua personalità; l'altro con il suo fiuto del gol, il suo lavoro oscuro e la sua intelligenza tattica. Insieme, per far rinascere il Milan. Sogni effimeri di un'estate da protagonisti, problemi reali di una realtà cruda; arrivati per essere gli attori principali di una perfetta pellicola alla Wes Anderson, dove ogni inquadratura è una piccola opera d'arte, si sono ritrovati a recitare nel più classico dei tristi remake diretto da Louis Letterier, film già visti di un inizio di stagione pessimo.

    NUMERI MALINCONICI- Eppure, i sogni spesso si mischiano con le aspettative, lo sguardo orientato al futuro fa spesso fare paragoni col passato. Ed ecco che, appena arrivati, Biglia e Kalinic hanno optato per due numeri che proprio banali non sono nella storia degli anni 2000 milanista: il 21 e il 7. Se a un qualsiasi tifoso rossonero si fanno chiudere gli occhi, al numero 21 risponderà: "Andrea Pirlo", al numero 7, magari anche con una lacrima versata e un sospiro prima di parlare, risponderà: "Sheva...". Se Kalinic ha scelto il 7 perché "Shevchenko è da sempre il mio idolo", Biglia lo ha "fatto per Pirlo. Con il direttore sportivo Mirabelli che ha aggiunto il carico: "Che numero hai scelto? Il 21, sì. Sai chi l’ha indossato al Milan? Hai una responsabilità in più".

    QUELLE RESPONSABILITA'... - Ecco, la "responsabilità in più" sembra essere un problema per i giocatori del Milan. E non da poco. 
    Il peso della fascia sembra aver schiacciato persino la personalità di Leonardo Bonucci, tanto da averla rimessa in gioco dopo la sconfitta con la Samp; il peso del passato, invece, sta influenzando negativamente gli altri due, che dovevano, e devono, essere il regista e il bomber del Milan. Pirlo e Sheva erano un'altra cosa; Pirlo e Sheva erano la mente e il braccio, Pirlo e Sheva erano uno un artista del pallone, l'altro una macchina da gol. Lo sanno tutti, tifosi del Milan in primis. E Biglia e Kalinic chi sono? Un onesto architetto e un regolare finalizzatore, che in Serie A hanno anche la giusta esperienza per rialzarsi e far rialzare i compagni. Basta ricordare chi si è, e non, forse, chi si voleva essere. 

    @AngeTaglieri88

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