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  • La armi di Sarri per far male al Real

    La armi di Sarri per far male al Real

    • Luca Bedogni
    Chiunque abbia seguito la diretta di Osasuna-Real Madrid, sabato scorso, si deve esser convinto di una cosa: contro il Napoli, vedremo un altro Real. Questo, infatti, è ciò che ha ripetuto e sentenziato  Capello, nelle vesti di commentatore, lungo tutta la telecronaca. Ha infuso così nei telespettatori dosi massicce di incredulità e di buon senso. La partita tuttavia, a questo punto bisognerà pur precisarlo, è terminata sul 3-1. E per i Blancos, chiaramente. Stiamo parlando dunque di una vittoria in trasferta, sofferta, contro l’ultima in classifica. Soltanto nei minuti di recupero finali Lucas Vazquez ha segnato il terzo gol, quello che arrotonda il risultato e ingannerebbe chi non avesse visto la gara. Per quanto indotti a un giudizio severo, nessuno ha ignorato le attenuanti: il campo improponibile, il ritmo-partita da ripristinare (il match precedente contro il Celta Vigo era stato rinviato), le assenze, i ritorni dopo gli infortuni, e per finire il modulo. A Pamplona si è rivisto infatti il 3-5-2 che era stato tanto criticato a Zidane, dopo la sconfitta col Siviglia, prima ed unica di questo campionato. Un modulo generato da molte cause concorrenti e, tra queste, dalla causa primissima, ossia la necessità di fare a meno di Bale, infortunatosi il 22 novembre scorso. Da allora, il Real ha cominciato a sperimentare diverse composizioni; l’ultima idea del tecnico francese è stata appunto il 3-5-2. Non l’avesse mai fatto! Si è scritto che certamente cambierà, questa sera, che al Bernabeu ritornerà al 4-3-3, che così non può andare, che è una questione di tradizioni. Ma al di là dei gusti e del costume calcistico, la partita contro l’Osasuna, specialmente nel primo tempo, ha portato alla luce più i difetti che i pregi di questo sistema di gioco. E’ innegabile. Se Zidane voleva testare un modulo capace di proteggere meglio l’area in vista dei tagli del tridente napoletano; se voleva sollevare Marcelo e Carvajal, appena recuperati, da incombenze difensive troppo pesanti; e se infine voleva avvicinare un Ronaldo non troppo pimpante a un Benzema in astinenza, l’esperimento è riuscito a metà, per molti nemmeno. I due attaccanti si sono sempre trovati, c’è intesa tra loro, ed è stato così anche a Pamplona. Nel primo tempo, tuttavia, erano troppo isolati, quasi slegati dal resto della squadra. Quanto agli esterni (ricordiamo che Carvajal sabato sera era in panchina), Marcelo e Danilo non hanno convinto, come bloccati in una sorta di terra di mezzo, nell’incertezza delle due fasi

    Ma poiché non si sa mai, dovesse Zidane ripresentare il 3-5-2 dal primo minuto oppure in corso d’opera, ecco un esempio di come l’Osasuna ha saputo far male al Real Madrid. L’azione del gol.   
     
    La armi di Sarri per far male al Real

    In una zona di campo assolutamente sicura, i galattici perdono palla per un banalissimo errore tecnico. Unica soluzione vicina e in avanti, Isco detta il passaggio a Danilo, che lo serve con una lieve imprecisione sulla corsa. Fuentes legge tutto e va in anticipo, innescando il contropiede. Adesso immaginate Mertens al posto di Sergio Leon. La linea dei tre difensori è troppo aperta per coprire bene la profondità. Se poi Ramos per pigrizia tenta il fuorigioco, di là c’è la porta.

    La armi di Sarri per far male al Real

    Qui sotto trovate invece una transizione pericolosa effettuata dal Malaga, il  21 gennaio, sempre contro il Real. Riporto quest’altro esempio per mostrarvi una situazione analoga, però sul lato opposto. Particolare non da poco, i merengues stanno giocando col 4-3-3

    La armi di Sarri per far male al Real

    Marcelo conduce, appoggia a Ronaldo e si inserisce internamente. CR7, pressato, sfida l’aggressività del terzino pur essendo rimasto senza copertura. Un azzardo, tentato dal campione in un periodo di forma non proprio eccellente. Il risultato è lo stesso: un contropiede da infarto. E se Zidane avesse spostato Ronaldo al centro dell’ attacco anche per cose di questo tipo? Della serie così in questo periodo si rischia meno e tu ti diverti di più? Vedremo dove giocherà stasera.

    La armi di Sarri per far male al Real

    Passiamo a un altro match giocato dopo il 22 novembre, data in cui -ricordo- Bale s’infortunò. E’ il classico Barcellona-Real Madrid del 3 dicembre. La gara contro i catalani è doppiamente funzionale al nostro scopo perché il Barcellona, oltre a utilizzare il 4-3-3 come il Napoli, spesso esprime movimenti simili a quelli della squadra di Sarri. Ecco come Insigne potrebbe essere pescato tra le linee da Diawara. Proprio come Busquets, vertice basso del centrocampo blaugrana, spezza in questo caso la mediana madrilena e trova il corridoio per Neymar che si accentra. Ricevuta palla lì, si può fare del male. Tanto male.  

    La armi di Sarri per far male al Real

    La variante è un giochino che coinvolge la mezzala (lato forte), e che Hamsik e Zielinski, ad esempio, fanno ormai da dio, grazie alla complicità del regista. Lo spazio ricercato è il medesimo, cambia il protagonista, in quanto non è più l’esterno alto ad accentrarsi, bensì, appunto, l’interno di centrocampo. Altro dettaglio non secondario, la palla parte da un centrale che è salito in conduzione. Alla mezzala che si sposta (Gomes), qui sotto Mascherano trasmette il pallone indirettamente, cioè servendosi del tocco di prima, ovvero della sponda di Busquets. Della serie: a volte basta solo spostare il pallone, perché un altro la passi, dove noi volevamo che arrivasse. Sono tutte associazioni che il Napoli di Sarri fa accadere a una velocità straordinaria, queste. Una velocità che potrebbe mettere in crisi il Real campione in carica?  “El Real Madrid siempre será favorito en Champions”, risponderebbe Zidane. 

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