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  • La conversione di Silvia Romano non è diversa da quella di Roberto Baggio

    La conversione di Silvia Romano non è diversa da quella di Roberto Baggio

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    L’articolo 19 della Costituzione italiana certifica la libertà di culto per ciascun cittadino. Silvia Romano, la cooperatrice milanese partita diciotto mesi fa per il Kenya dove intendeva occuparsi dei bambini più sfortunati e presa in ostaggio prima da un gruppo di predoni e poi da una banda di guerriglieri jihadisti somali, è tornata in Italia “diversa ”da quella che era andata via. Una metamorfosi interiore provocata non dalla costrizione ma da una scelta operata in perfetta consapevolezza e autonomia. Questo, almeno, è ciò che si evince dalle parole della stessa ragazza la quale ha ammesso con decisione di aver abbracciato la religione islamica durante il suo lungo stato di prigionia.
    Apriti cielo, in barba alla Costituzione italiana! Sguaiati interventi e violente reazioni verbali hanno  invaso web e carta stampata. Vittorio Sgarbi è arrivato a chiedere gli arresti per Silvia in quanto potenziale terrorista dell’Isis. Il direttore Sallustri, ormai in televisione sette giorni su sette per sentenziare su tutto lo scibile umano, ha usato un paragone inaccettabile affermando che il vestito africano della  giovane equivaleva alla figura di un reduce liberato dai campi di sterminio nazisti che si presenta in uniforme da Gestapo. Una crocefissione pubblica la quale, volutamente, non ha mai tenuto conto di ciò che Silvia Romano aveva tenuto a precisare sottolineando in maniera netta il valore della propria volontà rispetto ad una scelta così importante.

    L’aspetto più sgradevole della vicenda è dato dal fatto che, per certi versi la grande festa per il ritorno a casa di Silvia è stata oscurata dal miserevole chiacchiericcio dei moralisti da bettola e da quello dei tremendisti di professione. Per quel che riguarda più da vicino, ovvero il  del pallone, mi piace ricordare l’esperienza di uno fra i più grandi calciatori della storia oltrechè ragazzo e poi uomo esemplare. Voglio dire di Roberto Baggio il quale, lungo il percorso della sua esistenza, scelse di abbracciare la fede buddhista ovvero una delle religioni più antiche e più diffuse al mondo diventando un simbolo di orgoglio per lo stesso Giappone. Magari la cosa non trovò il massimo del gradimento da parte di tutti ma ciascuno si guardò bene dal mancare  di rispetto al “divin codino”. Oggi vista certa aria mefitica, probabilmente, anche lui verrebbe accusato di altro tradimento e di pericolosità pubblica come possibile fiancheggiatore delle Brigate Comuniste del Sol Levante.

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