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  • La 'droga dello stupro' dilaga a Roma, tra ballerini, medici e professori

    La 'droga dello stupro' dilaga a Roma, tra ballerini, medici e professori

    • Gabriele Sabatini
      Gabriele Sabatini
    Una piaga inaspettata per la Capitale è quella rappresentata dalla diffusione della Yaba, una potente droga il cui utilizzo sembra accomunare moltissime categorie di lavoratori.

    Già da questa mattina hanno avuto inizio perquisizioni e sequestri, fino all’arresto di sei persone di nazionalità italiana, cinese e bengalese, con l’accusa di spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti.

    L’attività investigativa dei Carabinieri ha inoltre svelato la presenza di due differenti gruppi dediti alla compravendita della droga.

    Il primo di questi è rappresentato da un 32enne italiano, la cui clientela era costituita da importanti e qualificati professionisti della “Roma bene”. Tra gli acquirenti troviamo degli sportivi, dei ballerini, medici e professori universitari. Tutti all’interno di un circolo vizioso, che a partire dallo “sballo” porta alla violenza ed al proprio malessere fisico.

    Si tratta infatti di una droga molto potente conosciuta anche come la “droga di Hitler”, un derivato delle metanfetamine molto usato tra i militari nazisti del Terzo Reich durante il secondo conflitto mondiale.

    La stessa droga veniva commerciata anche da un altro gruppo con base a Roma, capeggiato questa volta da un 25enne del Bangladesh, Hossain Jakin. Il ragazzo vendeva la Yaba a diversi lavoratori extracomunitari, in zona Marconi e Monteverde, che sfruttavano la droga per non sentire la fatica durante le mansioni giornaliere. Un mercato sempre più vasto che è andato a comprendere persone di diversa nazionalità ed estrazione sociale.

    Anche perché le pillole di Yaba hanno un prezzo bassissimo garantendo d’altro canto effetti molto rilevanti, motivo principale del successo della cosiddetta “droga dello stupro” che disinibisce i freni inibitori.

    Questa droga sintetica arrivava a Roma grazie ad un grossista cinese che la trasportava dalla Toscana, grazie ai suoi corrieri, utilizzando treni o auto a noleggio.

    Giunta nella Capitale, la Yaba veniva distribuita ai vari pusher che davano inizio all’attività di spaccio sul suolo romano.

    Un’attività di vasta portata che grazie all’investigazione dei Carabinieri sta subendo un forte rallentamento, con l’auspicio che nelle prossime settimana venga smantellata l’intera rete di gestione dello stupefacente.


     

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