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  • La grandezza di Teofilo e i mercenari che baciano maglie e si vendono partite

    La grandezza di Teofilo e i mercenari che baciano maglie e si vendono partite

    HASTA LA VICTORIA SIEMPRE, TEOFILO. In questo 2012 maledetto, lo sport ha preso un altro colpo al cuore. Dopo Vigor Bovolenta, Veronica Gomez Dies, Franco Mancini, Giorgio Chinaglia, Piermario Morosini, Dale Oen, Manolo Preciado, un infarto si è portato via anche Teofilo Stevenson, 60 anni, cubano, leggenda della boxe mondiale ((136 combattimenti, 4 sconfitte, 70 vittorie consecutive).

    E' stato per 3 volte campione olimpico e tre volte campione del mondo dei pesi massimi, non nei professionisti, categoria nella quale si rifiutò di passare per rimanere fedele alla rivoluzione dell'Avana, ai suoi ideali, al suo popolo.

    Nel' 72 gli offrirono 5 milioni di dollari, una cifra astronomica all'epoca, per sfidare Muhammad Alì, appena tornato sul ring dopo la sospensione per renitenza alla leva. Teofilo rifiutò:"Che cosa volete che siano 5 milioni di dollari rispetto alla felicità di 8 milioni di cubani?".

    Stevenson incontrò Alì, ma a Cuba, dove lo convinse ad andare in visita umanitaria nel '95 e molte sono state le sue iniziative di solidarietà in America Latina, intraprese assieme alla moglie. Sarebbe potuto essere ricchissimo: ha preso a pugni montagne di dollari pur di rimanere a Cuba, con la sua gente.  

    In uno sport oggi infestato dai mercenari, da quelli che baciano la maglia e poi ne cambiano una all'anno, da quelli che si vendono le partite, si pentono e poi pretendono pure di tornare in campo, ci mancherà terribilmente la grandezza di Stevenson. Un uomo vero. Hasta la victoria siempre, Teofilo.

     

    Xavier Jacobelli

    Direttore Editoriale www.calciomercato.com

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