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  • La Juve di Pirlo è meglio del previsto: sorpresa McKennie, ma solo con Suarez o Dzeko sarà all'altezza dell'Inter

    La Juve di Pirlo è meglio del previsto: sorpresa McKennie, ma solo con Suarez o Dzeko sarà all'altezza dell'Inter

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    La Juve parte come deve. Cinque gol al Novara di mister Banchieri che ne aveva subiti quattro dal  Torino e altrettanti dal Milan, ma segnandone uno ai granata e due ai rossoneri, con i quali è stato addirittura in vantaggio per 2-0 (2-2 all’intervallo). Squadra di serie C piena di giovani di ottime prospettive, come Barbieri, passato proprio alla Juve qualche giorno fa. Nella stagione appena conclusa, e sempre con Banchieri in panchina, il Novara è arrivato alla semifinale play-off persa, nonostante un palo nel finale, con la Reggiana, poi promossa in B. Tutto questo per dire che non era un avversario qualsiasi e che segnare tanto, subendo quasi nulla, è ovviamente un merito.

    E’ vero che il primo tempo si era chiuso solo sull’1-0, ma è altrettanto vero che il centrocampo titolare, cioè con in mezzo Arthur e Bentancur, si è visto nella ripresa, quando ha brillato anche Portanova, autore di due reti. Pirlo ha alternato la difesa a tre (Danilo, Bonucci, Chiellini) con il 4-4-2, nel quale il quarto di sinistra era Ramsey, mentre Alex Sandro scalava basso. Dall’altra parte Cuadrado con Kulusevki e Ronaldo di punta. In pratica, la Juve ha impostato la manovra con tre centrali e due esterni che andavano (Cuadrado e  Alex Sandro), a centrocampo, invece, hanno agito Ramsey, McKennie e Rabiot. A mio giudizio, lo statunitense è stato il più positivo nel ruolo di centrale davanti alla difesa, dimostrando di non sapere solo riconquistare palla (la cosa che fa meglio), ma anche di aprire (quindi giocare sul lungo) e fraseggiare (giocare sul corto). Molto buona anche la prestazione di Kulusevski, pur in qualità di punta, un ruolo non esattamente suo. Da una combinazione tra Cuadrado-Rabiot e, soprattutto, Ronaldo e Kulusevski è nato il gol del primo vantaggio. Ronaldo, oltre ad avere segnato, sta bene ed è in palla. Avrebbe meritato un’altra segnatura, ma un paio di sue conclusioni sono finite fuori o sono state neutralizzate dal portiere Lanni.

    Molti cambi, secondo consuetudine, nel secondo tempo. La Juve inizialmente ha ricominciato con Buffon; Danilo, Demiral, Alex Sandro; Cuadrado, Bentancur, Arthur, Ramsey, Pellegrini; Pjaca e Douglas Costa. Poi dentro anche Rugani, De Sciglio, Nicolussi Caviglia e Portanova. Douglas Costa ha ispirato sia il gol di Ramsey che quello di Pjaca. La sua prestazione sarebbe stata giudicata in maniera più generosa se non avesse sbagliato i primi quattro palloni della sua gara, se non si fosse intestardito nel tiro da lontano (tre tutti fuori) e se non avesse provato a irridere gli avversari con giocate da funambolo.

    Il Novara, che aveva cominciato la gara sorprendendo in un paio di circostanze la difesa della Juventus, si è affacciato nell’area avversaria anche nel secondo tempo, ma i tiri sono stati facile preda di Buffon. Dall’altra parte, invece, Portanova ha toccato tre palloni e segnato due gol. Il primo con un bel diagonale, il secondo deviando da due passi un tiro di Nicolussi Caviglia, servito da Pellegrini. A proposito del terzino ex Cagliari, finalmente si è vista un’alternativa credibile ad Alex Sandro. Forse non ha ancora compiuto la sua parabola di conoscenza per quanto riguarda la fase difensiva, ma di certo spinge con forza, proprietà e continuità.

    Com’è, dunque, la Juve della prima e unica amichevole attendibile quando mancano sette giorni all’inizio del campionato? Meglio di quanto pensassi anche per la varietà delle soluzioni. Ramsey, per esempio, resta un giocatore modesto, ma se si colloca dietro le punte, accorcia il campo per gli inserimenti e aumenta le possibilità di concludere. Gli altri vanno tutti rivisiti e un centravanti va inserito. Con Suarez - ma io continuo a preferire Dzeko anche se l’uruguaiano è migliore in assoluto - questa Juve può reggere l’assalto dell’Inter. Però questa volta, prima che dal campo, le risposte sono attese dal mercato.

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