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  • 'La Juve è come il Bayern', ma è una filosofia da perdenti, almeno in Europa

    'La Juve è come il Bayern', ma è una filosofia da perdenti, almeno in Europa

    • Emanuele Tramacere
    Filosofie diverse, approcci distanti e, ovviamente anche un gap che ad oggi, almeno in Europa, appare incolmabile. La Juventus si è fermata ancora una volta sul colosso Real Madrid e, salvo imprese da incidere su dvd e tramandare ai posteri, ha messo almeno un piede fuori dalla Champions League. Nessuna vendetta dopo la sconfitta in finale a Cardiff, nessun replay dell'impresa (quella sì) della semifinale del 2015. Ma se la Juventus riesce ad essere così dominante in Italia, perché in Europa non riesce ad essere così costante come gli uomini di Florentino Perez?

    GIOCO, CONSAPEVOLEZZA E... - "La Juventus non sarà mai come il Barcellona o il Real Madrid. Semmai è simile al Bayern Monaco". Anche Massimiliano Allegri, nell'immediata vigilia della disfatta dell'Allianz Stadium ha confermato una differenza sostanziale fra le due realtà. L'allenatore toscano parlava di stile di gioco, di consapevolezza in campo, ma il discorso si può allargare anche alla gestione societaria. Sì perché Juventus e Bayern Monaco hanno una politica estremamente aggressiva sul territorio nazionale, dove di fatto rastrellano i migliori talenti e i punti di forza delle dirette concorrenti, ma non si fanno problemi nel sacrificare i propri campioni cementando, al contrario un gruppo solido di senatori che spesso arrivano fino al termine del proprio ciclo. La Juventus si ostina a puntare sulla BBC che ha fatto le fortune del club bianconero negli ultimi 5 anni, il Bayern punta ancora su i vari Robben e Ribery (che vestono la maglia dei bavaresi da oltre 8 anni) e hanno portato fino all'ultimo istante disponibile le carriere di Lahm e Schweinsteiger.

    ...FILOSOFIA DA CAMBIARE - Una filosofia diametralmente opposta a quella del Real Madrid che, ad esempio, non si è fatta problemi nel "rottamare" bandiere come Raul e Casillas. Una scelta che coincide anche con la volontà di non cedere mai i propri campioni più brillanti e, al contrario, continuare ad arricchire la propria rosa con altre stelle (non è un caso che il presidente Perez stia pensando di riportare in Liga Neymar). Una filosofia vincente che oltre alle 12 Champions League vinte e alle zero finali perse nella propria storia, fa arrivare il Real almeno in semifinale da 7 anni consecutivi.

    PALLA AGLI AGNELLI - E' vero, la Juventus ha centrato due finali (perse) negli ultimi 4 anni, ma la base solida su cui ha costruito quelle cavalcate è sempre stata la solidità della propria difesa che ora sembra arrivata a fine ciclo. Davanti all'allora BBBC si sono alternati campioni e talenti che però sono stati anche sacrificati di anno in anno sul mercato. Pogba, Vidal, Tevez, Morata, perfino Bonucci. Chi sarà il prossimo? "La Juve non trattiene i calciatori scontenti" è solito ribadire l'ad bianconero Beppe Marotta, ma così facendo non ci sarà mai il salto di qualità definitivo. In Europa serve altro, serve una svolta nella gestione societaria. Più simile al Real Madrid e meno al Bayern Monaco.

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