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  • La Lega presenta un emendamento: stop ai contenuti porno online, ma quanti ostacoli
La Lega presenta un emendamento: stop ai contenuti porno online, ma quanti ostacoli

La Lega presenta un emendamento: stop ai contenuti porno online, ma quanti ostacoli

  • Lorenzo Denaro
La commissione Trasporti e Comunicazione della Camera ha dato il via libera ad un emendamento presentato ieri dalla Lega a firma del senatore Simone Pillon. La proposta è di inserire un filtro a monte, per bloccare l’accesso ai contenuti pornografici in rete. Il blocco sarà inserito dall’operatore in automatico e dovrà essere il cliente (titolare del contratto) eventualmente a fare richiesta per la rimozione. Sarebbe quindi un sistema di Parental Control alla fonte, non gestibile dal singolo utente, ma solo dal titolare dell’utenza. I contenuti che dovrebbe bloccare, secondo le parole del Senatore Pillon sono 'contenuti violenti, pornografici o inadeguati per i minori'. 

Non è la prima volta che uno Stato tenta di fare una legge per arginare il problema della facilità d’accesso a certi contenuti da parte dei minori. Fino ad ora però nessun governo è stato in grado di trovare la formula giusta. Intervistato da Repubblica (che per prima ha riportato la notizia), l’Avv. Fulvio Sarzana ha così commentato: "Una legge simile è stata bloccata dalla Corte Suprema negli Stati Uniti, un’altra è stata sospesa nel Regno Unito". Le implicazioni sulla libertà d’espressione e d’informazione sono infatti troppe. Chi decide cosa è giusto o sbagliato? Quale contenuto appropriato o violento? 

Gli stessi operatori hanno più volte ribadito come sia complicatissimo controllare a monte i contenuti immessi in rete. Le tecnologie attuali, per quanto avanzatissime, sono tutt’altro che infallibili. Gli algoritmi di riconoscimento dei contenuti, provati dai giganti Google e Facebook, hanno più volte fallito e sono stati momentaneamente accantonati. Gli effetti di una censura indiscriminata sono dietro l’angolo e preoccupano oggi come ieri. Delegare inoltre ad una società privata e ai suoi algoritmi la libertà d’espressione è pericoloso per la democrazia stessa di uno Stato. Rimangono da superare anche i limiti tecnici. Come ricorda Stefano Quintanelli, membro italiano del gruppo degli esperti sull'intelligenza artificiale per la Commissione europea, la rete per sua natura è e deve rimanere neutrale, come stabilito dall’attuale normativa

Il rischio adesso è che l’emendamento non possa essere più rivisto. La legge va approvata prima del 29 giugno e non c’è tempo per una modifica del testo. La palla ora passa al governo, che dovrà gestire il caso evitando un nuovo scontro nella maggioranza

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