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  • La Lega Serie A si schiera con le altre leghe del mondo: 'No ai Mondiali ogni due anni'

    La Lega Serie A si schiera con le altre leghe del mondo: 'No ai Mondiali ogni due anni'

    Il Mondiale ogni due anni? La proposta della Fifa non stuzzica nessuno a parte la federcalcio mondiale tant'è che nel corso del World League Forum, l'associazione che rappresenta le leghe a livello mondiale sono arrivate soltanto prese di posizione negative che tanto di comunicati in cui le leghe, fra cui quella della Serie A, si sono espresse con parere contrario. 

    LA NOTA DEL WLF -
    "Il World Leagues Forum, l'associazione che rappresenta le leghe a livello mondiale, si opporrà a ogni proposta che possa portare alla disputa dei Mondiali ogni due anni e che diluirebbe il valore storico e tradizionale di una competizione che significa tanto per molti giocatori e tifosi. Il Mondiale è un evento simbolico unico. I vertici della Fifa non potranno trasfromare qualcosa di così eccezionale in un evento comune soltanto per mettere tutto al servizio dei loro interessi a breve termine. Un Mondiale ogni due anni avrebbe un effetto dirompente sull'economia del calcio e minerebbe il benessere dei giocatori in un calendario già pieno".

    LE PAROLE DI DE SIERVO - Anche l'ad della Lega serie A si è esposto contro il Mondiale ogni due anni: ​"La storia e la tradizione del Mondiale ogni 4 anni, come le Olimpiadi, non può essere cancellata senza valutare gli impatti negativi di un simile cambiamento. Dopo la battaglia contro la Super Lega, tutte le Leghe mondiali membri del World Leagues Forum si sono espresse compatte contro questo nuovo attacco all’integrità sportiva dei nostri campionati. Questa proposta cerca solo di garantire alla FIFA nuove date da sfruttare commercialmente in danno dell’interesse dei tifosi, dei campionati nazionali, dei club che, è bene ricordarlo, sono gli unici a pagare le prestazioni sportive dei vari calciatori. L’attuale equilibro tra competizioni nazionali, internazionali, la World Cup e i Campionati Europei rappresenta un eccellente punto di sintesi tra gli interessi di tutti gli stakeholder coinvolti. Non va inoltre dimenticato che pochi atleti, circa l'1%, vedrebbero un incremento degli impegni sportivi con conseguente rischio infortuni, mentre la stragrande maggioranza subirebbe il fermo attività, con tutto quello che comporta nella difficoltà di mantenersi in forma senza partite. Rigettiamo, quindi, l’idea che si debbano cambiare i format o che debbano essere introdotte nuove competizioni perché inflazionerebbero di date un calendario già troppo compresso".

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