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  • Romamania, la lettera di 'Jim' Pallotta è un contratto con i romanisti
Romamania, la lettera di 'Jim' Pallotta è un contratto con i romanisti

Romamania, la lettera di 'Jim' Pallotta è un contratto con i romanisti

  • Paolo Franci

A me, quel Jim Pallotta lì è piaciuto. E neanche poco. Aldilà dei contenuti della sua lettera aperta che si possono discutere punto per punto – sempre con la dovuta educazione: offendere a cosa servirebbe, tra l'altro? - credendo o no alla sua versione dei fatti, per la prima volta in tanti anni di Roma, Jim mi ha dato l'impressione di essere 'vero'. Non di plastica. Non l'imprenditore americano da film, tutto cappellone, spacconate e tuffi in piscina in pieno inverno. Chissà, forse l'italiano che è in Jim Pallotta ha preso il sopravvento. Forse, magari, si è reso conto che la Roma, da un pezzo, ha passato il punto di non ritorno. Oppure ha cambiato consulente.

Tralascio la roba di Repubblica perchè non ne condivido né il linguaggio da serie tv all'italiana, né lo stile. Diamine, alla fine si parla di tensioni da spogliatoio e poco più ma sembra una resa dei conti tra gang di Los Angeles. Però, se il pezzo di Repubblica ha stimolato Jim a scrivere una specie di 'Delitto e Castigo' all'americana, beh, qualcosa di positivo ha sortito. Involontariamente, certo. Nel suo lungo “m'accuse”, una interminabile autocristica su tante scelte sbagliate, alcuni passaggi sono da appuntare. Jim dice che ha sbagliato a non venire a Roma con frequenza. Che verrà di più. Racconta episodi inediti che riconsegnano alla piazza un Di Francesco gentiluomo che rimette il suo mandato; un De Rossi che si infuria, vero, per l'acquisto di Nzonzi, ma non perchè caporione di chissà quale gang, ma semplicemente perchè Monchi gli aveva detto che non avrebbe preso nessuno nel suo ruolo e il giorno dopo gli ha piazzato Nzonzi. Ah, sì, preso dal Siviglia, il suo vecchio club. Eppoi, niente sciocchezze su radio da mandare in bancarotta, un mea culpa accorato sugli acquisti dell'ultimo anno, sulla decisione di lasciare carta bianca a Monchi, indicato come vero protagonista del disastro. E lui, Monchi, come s'è difeso? Pubblicando un post sui social con il numero dei titoli vinti a Siviglia. E, posso dire? Se fossi in Pallotta e se non fosse controproducente, cavolo, gli piazzerei una bella foto con tutti i grandi giocatori che ha portato a Roma. La vera zavorra per la prossima stagione e, alla fine, il motivo per il quale la squadra ha naufragato.

La lunga lettera di Pallotta è, alla fine, una sorta di contratto con la gente. Fa promesse precise, ma meno strombazzate e addirittura sofferte, sembrerebbe. Insomma, pare sincero. Pare. Dargli fiducia? Ognuno di noi è libero di farlo oppure no. Io ci voglio provare, perchè è nella mia natura dare una chance a chi dice di aver sbagliato in modo così crudo, mettendosi a nudo e assumendosi le responsabilità di tanti errori. Poi, come si dice, il tempo è galantuomo e vedremo se le parole di Jim avranno indossato il frac oppure no.

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