Calciomercato.com

  • La Nazionale festeggia il suo compleanno: 110 anni da amare anche nella sfortuna

    La Nazionale festeggia il suo compleanno: 110 anni da amare anche nella sfortuna

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Non sono il più indicato a scrivere un pezzo sui 110 anni della Nazionale, non lo sono per un motivo molto semplice: sono tifoso, troppo tifoso, di questa squadra. Quindi, chi avrà la pazienza e la bontà di leggere comunque le prossime righe sappia che si troverà di fronte a poca obiettività e molto attaccamento. Di questi 110 anni ne ho percorsi quasi un terzo a stretto contatto con gli Azzurri, dal Mondiale di Messico ‘86 all’Europeo del 2016. Trent’anni filati, con otto campionati del mondo e sei Europei (quello del ‘92 lo abbiamo saltato insieme...), con dieci commissari tecnici, con centinaia di grandi giocatori. Li ho amati tutti, anche se con qualcuno ho discusso. Ho amato e amo l’azzurro, il colore più bello per una divisa di calcio. Quando sporcarono di verde quella maglia, fu un delitto. Era un’operazione di marketing e se è vero che i soldi non puzzano in quel caso piùà dell’olfatto colpirono la vista: non si poteva vedere la Nazionale in verde.
    L’ho amata e difesa, spesso inutilmente, a volte scioccamente, perché sapevo in partenza che era una partita persa. Sulla Nazionale la gente, e soprattutto la critica, si rifà sempre una sua verginità. Quello che si può tacere sulla squadra del cuore o sulla squadra seguita per il proprio giornale, non viene più taciuto per la Nazionale, la squadra che non ha né mamma, né babbo. Nemmeno la Federcalcio ha saputo tutelarla come necessario, nemmeno la Uefa. Un esempio? Prendiamo l’ultimo: il calcio, se riparte, privilegerà le massime categorie e le coppe, le nazionali dopo, molto dopo. Inevitabile, direte voi. Forse è così, ma nessuno dice mai una parola a difesa della Nazionale.
    Centodieci anni di storia, con quattro Mondiali e un Europeo, ma con un’incredibile serie di trionfi sfumati per niente. Come quello di Italia ‘90, il Mondiale perso senza aver perso una partita se non ai rigori, con 6 vittorie e un pareggio in 7 gare. O come quello di quattro anni dopo negli States, scappato in Brasile dopo una finale ai calci di rigore. O ancora quello di Francia ‘98, quando siamo usciti ai quarti di finale contro i futuri campioni del mondo della Francia sempre ai calci di rigore (la traversa della porta di Saint Denis, dopo la bordata di Di Biagio, ha continuato a tentennare per una settimana). Due anni dopo, perdemmo l’Europeo per una delle regole più idiote e antisportive mai inventate (e subito soppressa...), quella del golden-gol: lo segnò Trezeguet in finale, al 103' dei supplementari. Altri due anni e in Corea del Sud un arbitro delinquente (nel senso che il suo secondo mestiere era delinquere e per questo è finito in carcere: Byron Moreno), ci sbattè fuori dal Mondiale contro la nazionale di casa, quando avevamo una squadra pazzesca, con Buffon, Maldini, Totti, Vieri nel fior fiore degli anni. In Portogallo, a Euro 2004, gli "sportivoni" di Svezia e Danimarca si misero d’accordo per fare 2-2, unico risultato possibile per passare in coppia ed eliminare l’Italia. Dopo la vittoria del 2006, siamo stati eliminati dall’Europeo 2008 di nuovo ai calci di rigori dalla Spagna, che in quel torneo avrebbe aperto il suo ciclo d’oro. Abbiamo fallito, dobbiamo ammetterlo, gli ultimi tre Mondiali, Sudafrica 2010, Brasile 2014 e in Russia 2018 non siamo nemmeno arrivati. In mezzo, però, un’altra finale europea persa contro la Spagna nel 2012 e un’altra eliminazione ai rigori (contro la Germania) in Euro 2016.
    Fate i conti. Compreso il trionfo del Mondiale del 1982, si sono giocati 10 Mondiali e 9 Europei, la Nazionale ha partecipato a 17 di queste 19 grandi competizioni. Bilancio: due Mondiali vinti (in Spagna e Germania), tre finali perse (Mondiale ‘94, Europei 2000 e 2012, di cui una ai rigori e una con quello stupido golden-gol), due terzi posti (Euro 88 e Mondiale del ‘90), in totale abbiamo perso ai rigori 3 volte i Mondiali e due volte gli Europei, in più mettiamoci Byron Moreno, il golden-gol e il biscotto scandinavo. Anche nella sfortuna è una Nazionale da amare.

       

    Altre Notizie