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  • La notte del GodBye diventa la notte di Leao, fenomeno che merita una squadra da scudetto

    La notte del GodBye diventa la notte di Leao, fenomeno che merita una squadra da scudetto

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi

    Vince il Milan, dimostrando fortemente di volerlo. La notte del GodBye a Ibrahimovic diventa la notte di Rafa Leao, che dimostra una volta di più di meritare tutto ciò che ha, mega contratto compreso. Giocatori come lui ce ne sono pochi al mondo, nessun altro in Italia. Bene farebbe il Milan a costruirgli rapidamente intorno una squadra da scudetto, come reclamano i tifosi con uno striscione esposto prima della partita.

    Verona allo spareggio, che era il minimo che i tifosi del Milan pretendevano dalla loro squadra, vista la storica rivalità col club scaligero. Non può essere un caso che dopo 75 minuti giocati quasi in ciabatte, a ritmo da amichevole estiva, subito il pareggio su rimessa laterale (!) e distrazione allegata, il Milan abbia impresso una frustata alla notte di San Siro, aggredendo l’avversario, reclamando un rigore con Leao (il mano di Faraoni sembrava netto) e segnando infine sempre col portoghese gli ultimi gol del suo campionato.


    Niente quarto posto sul campo: il Milan va in Champions perché hanno penalizzato la Juventus, questo è giusto dirlo subito. Parametri salvi, come dice Maldini, ma bilancio sportivo in rosso, almeno in campionato. Da campione d’Italia, il Milan come l’Inter non ha mai veramente corso per la seconda stella, sommando alla fine 16 punti in meno della scorsa stagione, quinto sul campo, col doppio delle sconfitte (8 contro 4), segnando meno gol (64 contro 69) e subendone di più (43 a 31). Un mezzo disastro.

    Pioli è stato un po’ più misurato di Maldini nel giudicare la stagione del Milan, forse per lui è più facile perché l’alibi degli acquisti infelici è arma che il direttore dell’area tecnica non può calare sul tavolo, avendo messo il proprio autografo su tutte le operazioni contestate (probabilmente anche dalla proprietà). Certo è che resta strano in partite come questa, vedere in campo Brahim, in teoria giocatore in partenza o in ogni caso per cui ci sarà da trattare col Madrid, e ritrovare De Ketelaere in panchina, come sempre negli ultimi mesi (5 volte titolare nelle 31 partite giocate dal Milan del 2023).

    Troppo poco Verona per la salvezza in extremis, al Milan per vincere basta come detto il quarto d’ora finale. Una partita a lungo giocata a ritmo di calcio d’estate, qualche colpo di Theo e Leao, il rigore trasformato da Giroud in coda al primo tempo per l’intervento sciagurato di Ngonge su Diaz, non visto dall’arbitro Valeri ma pescato in sala Var, e una ripresa in controllo, fino all’improvviso pareggio di Faraoni.

    Finita? No, per nulla: il Milan non voleva chiudere la stagione con un altro pareggio, non col Verona, Leao segna due volte, un gol più bello dell'altro. L'ultimo, il quindicesimo del suo campionato, è da cineteca. Il rigore di Dybala concede nel frattempo al Verona l’opportunità dello spareggio con lo Spezia. Domenica prossima sarà ancora campionato.

    Nell’ultima notte di scuola c’è anche il GodBye a Zlatan Ibrahimovic, in lacrime sul prato di San Siro, da civile e ormai non più da calciatore del Milan. Anzi, non più da calciatore, come dice lui stesso. Applaudito da 70 mila e più persone, tutte emozionate, come i suoi stessi compagni di squadra, più di uno in lacrime, già rimpianto da tutti.

    @GianniVisnadi


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