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La partita segreta di Vucinic

La partita segreta di Vucinic

 

La cosa più bella non l’ha fatta in occasione del gol. No. L’ha fatta qualche minuto più tardi: punizione per la Juve dalla tre quarti, Del Piero si prepara a battere. Sistema il pallone con cura quasi maniacale.

Mirko Vucinic è l’unico giallorosso oltre la linea di metà campo. Ha le mani sui fianchi, si gira. Poco distante da lui, sulla sua destra, Ranieri lo osserva. E’ un attimo. Vucinic inizia a correre, in una manciata di secondi si piazza davanti a Del Piero che calcia. Lui salta col tempo giusto, ribatte il pallone. Ranieri applaude. Oltre che nel meraviglioso interno destro a giro che ha tolto le ragnatele dalla porta di Storari, la partita di Mirko Vucinic è tutta lì. Nel genio che prima porta in vantaggio la Roma con una rete da antologia e poi corre a coprire come l’ultimo dei gregari: «E’ così che lo vogliamo», assicurano da Trigoria il giorno dopo. E pensare che dopo i colpi ricevuti dai giocatori della Juventus (Felipe Melo su tutti), l’attaccante montenegrino non avrebbe dovuto giocare neanche il secondo tempo. Invece, al posto suo, è rimasto negli spogliatoi dopo 45 minuti Jeremy Menez, anche lui “osservato speciale” dei difensori bianconeri. Tornato in campo, con Borriello a fianco, Vucinic ha regalato 45 minuti praticamente perfetti a Ranieri. Ha corso, ha inventato, ha agito sia da prima punta sia da esterno, ha rincorso gli avversari, ha ascoltato le indicazioni dell’allenatore che, ogni volta che lo vedeva passare, gli dava suggerimenti e consigli. Un rapporto non facile, il loro. Così come, spesso, non è facile quello con alcuni compagni. I senatori dello spogliatoio romanista, consapevoli dell’immensa classe di cui Vucinic dispone, lo vorrebbero più reattivo, vorrebbero che prendesse in mano la squadra sempre, con più continuità. La speranza è che, tra una carezza e uno “scazzo” (tanto per citare un termine caro a Ranieri), Mirko possa continuare ad essere quel valore aggiunto fondamentale in questi mesi della stagione. Ranieri ci punta, e gliel’ha detto anche di recente; la società idem: respinte tutte le richieste, in Italia e all’estero. Vucinic non si muove, almeno fino a giugno. Poi si vedrà, visto anche che il contratto, in scadenza nel 2013, tutela sia la società sia il giocatore. Ci sono ancora tante, troppe notti magiche da vivere insieme. Perché il numero 9 è l’uomo delle grandi notti, il bello di sera che, soprattutto nelle occasioni che contano, mette da parte la sregolatezza e diventa genio e bomber implacabile. E’ successo a Madrid e col Manchester (e in entrambe le occasioni l’altro goleador fu Taddei), poi ci sono state, tanto per fare qualche altro esempio, le sfide con Chelsea, Sporting Lisbona, Lazio, Inter e pure Udinese, con quella tripletta dedicata al pancione della sua Stefania, che giusto qualche settimana prima gli aveva confessato di essere incinta. Il primo novembre è nato Aleksandar e il Mirko uomo si è trasformato: chi lo conosce racconta di notti insonni, soprattutto all’inizio, col piccolo in braccio, di passeggiate familiari e vita casalinga. Il calciatore, invece, è rimasto lo stesso: forte e decisivo. Quasi sempre. Il giorno in cui limerà alcuni dettagli, sarà davvero uno dei più forti del mondo. Un giocatore che la Roma non ha alcuna intenzione di perdere.

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