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  • La Procura notifica il sequestro della sede di Casapound: è scontro con la Raggi

    La Procura notifica il sequestro della sede di Casapound: è scontro con la Raggi

    • Luca Dell'Omarino
    Dopo l’anticipazione della giornata scorsa, è ora ufficiale. Il noto partito di estrema destra sarà costretto a sgomberare la propria base di via Napoleone III a Roma, occupata abusivamente da ormai diciassette anni. Alla base della decisione dei pm, il rato di istigazione all’odio razziale e quello di occupazione abusiva.

    La questione non può di certo considerarsi chiusa. Di fatto, gli attivisti di Casapound, fiutata in anticipo la chiusura della loro storica sede nella capitale, avevano provveduto già da settimane a occupare alcuni edifici di Ostia. E a dirla tutta, nessuno sgombro vero e proprio dell’edificio incriminato, sotto il quale oggi pomeriggio si sono radunati alcuni simpatizzanti, è ancora avvenuto.

    Tutto ciò ha portato Davide Di Stefano, esponente del partito, ad accusare Virginia Raggi di aver ufficialmente dato il via alla propria campagna elettorale. Aggiungendo inoltre che nessuna vera confisca sarà messa in atto, ma che se così sarà Casapound è pronta ad agire per vie legali.

    La sindaca di Roma intanto esulta. “Penso che la criminalità vada contrastata facendo vedere che lo stato c’è, che lo Stato è forte e che non arretra” sono alcune delle parole che la prima cittadina della capitale ha affidato alla sua pagina Facebook. Aggiungendo che il sequestro rappresenta una “vittoria per la città.”

    Tali dichiarazioni non potevano non attirare l’ira di una base fumantina come quella di Casapond. “Vuoi mettere in strada 20 famiglie italiane. Ti ricordo che fra un anno l’attenzione mediatica e la scorta spariranno e tu tornerai a essere una nullità ma il tuo nome resterà scritto nel libro nero dei camerati che hanno una buona memoria” è solo una delle tante minacce ricevute dalla Raggi. In questo caso riportata dal consigliere Paolo Ferrara.

    Insomma, si potrebbe dire che Casapound perde la sede ma non il vizio di intimidire il prossimo. Allo stesso tempo, è impossibile negare l’abilità del partito nel riuscire a far parlare, per l’ennesima volta, di sé.

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