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  • Di Francesco e la rivoluzione silenziosa: ecco perchè è meglio di Spalletti

    Di Francesco e la rivoluzione silenziosa: ecco perchè è meglio di Spalletti

    • Mariachiara Rossi
    Nessuna dichiarazione ad effetto. Nessun eccesso e mai una parola fuori posto. Eusebio Di Francesco si è preso la Roma e lo ha fatto in silenzio con la normalità che lo ha sempre contraddistinto anche quando "sgroppava" in mezzo al campo ma con la personalità di chi sa che il lavoro paga sempre. Meno parole e più fatti. E' da qui che è partita la rivoluzione silenziosa di Eusebio che ha preso per mano la Roma e l'ha mostrata al mondo con l'abito da festa più bello che ci sia. Ecco la prima differenza tra Di Francesco e Spalletti. Meno parole e più fatti.
     
    NUMERI POSITIVI -  I dubbi legati al cambio allenatore e a un mercato che ha portato via tre degli uomini migliori della passata stagione (Salah, Rudiger e Szczesny) sembrano ora un lontano ricordo. L'idea di gioco del tecnico comincia ad essere evidente nella capacità di andare in verticale, di tenere la squadra corta e di sfruttare il fraseggio breve. E i numeri sono tutti dalla sua parte. Infatti nelle prime 10 giornate di campionato nella stagione 2016-2017 la Roma aveva collezionato 22 punti in campionato ( 1 pareggio, 2 sconfitte, 7 vittorie) contro i 24 punti di quest'anno ( 2 sconfitte, 8 vittorie). In Champions League i giallorossi non hanno mai perso (2 vittorie e 2 pareggi), sono in testa a un girone che era considerato di ferro e hanno la qualificazione nelle proprie mani: basterà un pareggio con l'Atletico Madrid o una vittoria all'Olimpico col Qarabag per strappare il pass per gli ottavi. Mica male per un squadra che lo scorso anno era uscita ai playoff di agosto col Porto e che anche negli anni precedenti, in Europa, ha spesso denunciato dei limiti sotto il profilo della personalità.

    LE ALI DELLA LIBERTA' - Ma la vera svolta di Eusebio è avvenuta quando ha deciso di riproporre in giallorosso il 4-3-3 che aveva fatto le sue fortune col Sassuolo, restituendo Nainggolan al ruolo di mezzala e puntando su due vere ali in grado di partecipare molto più attivamente alla fase difensiva, rispetto al Salah della passata stagione (molto più prolifico ma poco portato alla fase di non possesso). I due giocatori che hanno maggiormente beneficiato di questa scelta sono Perotti ed El Shaarawy, tra i migliori in campo contro il Chelsea. Straordinario il loro lavoro nella partita di Champions contro il Chelsea, con i primi due gol firmati da El Shaarawy ( quinto gol dall'inizio della stagione tra campionato e coppe) e la terza perla messa in rete da Perotti (due gol in stagione). Daniele De Rossi , capitano della squadra e leader carismatico della Roma, ha già promosso a parole il nuovo corso: "Mi piace il modo in cui stiamo giocando, il mister ha cambiato il modo di aggredire l’avversario, siamo sempre propositivi anche contro squadre con cui in altre stagioni avremmo aspettato: questo è il passo importante che abbiamo fatto. Anche nelle sconfitte ci ha fatto capire quale sia la giusta strada. Il messaggio che ci ha dato è chiaro, ma è presto per fare proclami che qui a Roma verranno sicuramente fatti, così come ci avevano dato degli scemi dopo il pari contro l’Atletico Madrid. Il calcio è più difficile di quello che viene chiaccherato nei bar, noi lo sappiamo e non dobbiamo perdere la trebisonda". Come a dire: Di Francesco è il trionfo della normalità contro la "pazzia" di Spalletti, che negli appuntamenti decisivi ha dato in troppe occasioni l'idea di trasmettere il suo nervosismo a una squadra incapace di avere una costanza di gioco e rendimento per tutto l'arco della stagione.

     

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