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  • La Scala a CM: 'Non dubito di Donnarumma, stupito dal sì del Milan all'incontro con gli ultrà. Quanta ipocrisia, Raiola...'

    La Scala a CM: 'Non dubito di Donnarumma, stupito dal sì del Milan all'incontro con gli ultrà. Quanta ipocrisia, Raiola...'

    • Fazzini e Zanon
    Intervenuto sul canale Twitch di Calciomercato.com, l'avvocato Giuseppe La Scala, vicepresidente dell'Associazione Piccoli Azionisti del Milan, ha parlato della vicenda Donnarumma, tra futuro in bilico e l'incontro con gli ultrà: "Non ho alcun timore sul fatto che Donnarumma domenica (vs Juve, ndr) giochi al massimo delle sue potenzialità e della sua professionalità. Sono preoccupato, invece, del fatto che ci siano delegazioni di tifosi che possano pensare che queste iniziative non disturbino la trattativa del club. E mi meraviglio del fatto che il club permetta, mentre il giocatore è in ritiro a Milanello, un confronto così, che assomiglia ad un ultimatum. Non discuto, è stata una scelta della curva. Mi meraviglia che la società l'abbia di fatto avallata, consentendo un incontro di questo tipo a un calciatore in questa situazione". 

    SUL RINNOVO - "La vicenda assomiglia a quella di qualche anno fa, anche se alcune cose sono un po' cambiate. Ma è un riassunto della profonda ipocrisia che ormai alberga nel pazzesco mondo del calcio: qualche giorno fa si predicava sul calcio genuino della gente, richiamando quasi ai concetti di bandiera, e oggi leggo - sperando sia una boutade giornalistica - che l'offerta della Juve, oltre a contribuire allo sbilancio, prevede una commissione fuori dal mondo per l'agente e soldi al padre. Per i tifosi è una vicenda dolorosa: la questione non è solo affettiva, si pensava, con un ragionamento equilibrato e corretto, che questi soldi potessero essere fatti in un altro modo. Un giocatore che si lega a una maglia prestigiosa in una certa modalità è in grado di monetizzare - tramite i diritti di immagine - questa sua qualità anche nel mondo della pubblicità o dello spettacolo. Nel calcio c'è poca capacità di ragionare sul prodotto spettacolo che offrono i calciatori".

    SULL'ESSERE BANDIERA - "Un professionista ha il diritto e il dovere di valutare ed eventualmente accettare queste offerte. Il nuovo Totti? Si poteva fare riferimento a Maldini, a Baresi, a Rivera. Io coltivo ancora il mito di Rivera. Era un calcio in cui Gigi Riva ogni anno veniva accostato al Milan, ma rifiutava sempre per restare al Cagliari. Non dico di tornare a quel calcio, ma allora - se accettiamo questo - le società di calcio vengano considerate esattamente come imprese che per pagare stipendi sempre più alti hanno il diritto di proporre spettacolo con le modalità che vogliono. Se il merito sportivo è monetizzato, è un conto. Se si monetizza altro, è un altro conto. Accettare che procuratori possano percepire commissioni dell'8-10% significa accettare logiche fuori mercato. In ogni settore. La macchina è malata". 

    SULLE MOSSE DELLA DIRIGENZA - "Non credo che Donnarumma non abbia accettato semplicemente perché il Milan sia arrivato in ritardo. Non penso che l'anno scorso o due anni fa avrebbe accettato, siamo arrivati dove Raiola voleva arrivare. Il Milan ha offerto soldi, un pacco di milioni: è naturale che una squadra che non deve pagare lo stipendio possa pagare di più. Ma a questo punto il calcio diventa un tutti contro tutti, altro che Superlega...". 

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