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  • La sentenza di Firenze: Baggio (forse) non ha tradito, Vlahovic sì

    La sentenza di Firenze: Baggio (forse) non ha tradito, Vlahovic sì

    • Alberto Polverosi
      Alberto Polverosi
    Ci risiamo. Un altro grande giocatore della Fiorentina sta per passare alla Juventus. Definiamo subito le distanze fra gli ex viola diventati bianconeri: 1° Roberto Baggio inarrivabile, fenomeno assoluto; 2° Dusan Vlahovic bomber del presente e del futuro, ma mai toccherà i livelli di Baggio; 3° Federico Chiesa, ottimo giocatore, non un campione; 4°, staccato, Federico Bernardeschi, giocatore di buon livello del quale si ricorda, in cinque anni di Juventus, solo una partita davvero straordinaria, quella di Champions contro l’Atletico Madrid. Se togliamo Baggio (allora c’erano le lire e il trasferimento si basò anche su un accordo extracalcistico fra Agnelli e Pontello), la Juventus verserà (per ora diciamo potrebbe versare) 170 milioni di euro nelle casse della Fiorentina nel giro di 4 anni e mezzo: 40 Bernardeschi, 60 Chiesa, 70 Vlahovic. Parentesi: sono tre giocatori portati a Firenze da Pantaleo Corvino.

    L’idea della “succursale” della Juventus fa imbufalire i fiorentini. Stamattina, a Campo di Marte, sono apparsi striscioni pesantissimi (e con deplorevoli intonazioni razziste) nei confronti di Vlahovic. La tifoseria ha già espresso il suo giudizio: Vlahovic è il traditore. E’ questo il vero punto di differenza fra la cessione di Baggio e quella prossima del serbo. Trent’anni fa, per il trasferimento di Baggio al club bianconero Firenze si spaccò, da una parte c’era chi lo considerava un traditore, dall’altra chi lo considerava un tradito (dalla società viola). All’annuncio della cessione scoppiarono tumulti di piazza, ci furono cariche della polizia, feriti e arresti, la palazzina dei Pontello, in piazza Donatello, fu presa d’assalto con i viali bloccati. “Tutte le sere, torniamo tutte le sere”, era il coro minaccioso di migliaia di tifosi.

    Quando poi, negli stessi giorni, la Nazionale si radunò a Coverciano per il ritiro pre-mondiale, il ct di allora, Azeglio Vicini, fu costretto a chiudere le porte del centro tecnico perché al primo allenamento i tifosi viola fecero ripartire la contestazione. Quando gli azzurri uscirono dallo spogliatoio, Totò Schillaci mise un braccio intorno al collo di Baggio, che aveva lo sguardo a terra, e dalla tribunetta si alzò il coro: “Non lo toccare, Schillaci non lo toccare”. Per la parte calda della “Fiesole”, Baggio non era colpevole. Oggi le contestazioni si fanno sui social, ma gli striscioni per Vlahovic non fanno presagire niente di buono. Il 5 febbraio si giocherà Fiorentina-Lazio al "Franchi" e la gente a Firenze è convinta di non trovare più, in viola, Dusan Vlahovic, che il giorno dopo potrebbe giocare con la Juve a Torino contro il Verona, la cui tifoseria è gemellata da decenni con quella viola.

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