Calciomercato.com

  • La Serie A guarda ai mercati esteri e il benchmark della Liga: il dato in cui la Premier insegue

    La Serie A guarda ai mercati esteri e il benchmark della Liga: il dato in cui la Premier insegue

    • Marcel Vulpis
      Marcel Vulpis
    “Il 95% dei potenziali fan della Serie A sono internazionali, dobbiamo trovare il modo di raggiungerli e appassionarli”. Con queste parole, nel maggio scorso, Luigi De Siervo, AD della Lega, ha ufficializzato lo sbarco negli States. 

    L’obiettivo, presente e futuro, è andare a sviluppare una serie di asset giocando sul posizionamento distintivo del nostro prodotto, a livello di progetti off e online. 

    Sul canale Youtube della Lega, ad esempio, ci sono ormai 8,52 milioni di iscritti. Numeri che confermano, già a livello digitale, la bontà e l’appeal del nostro prodotto su scala mondiale. La Premier League inglese è ferma a 3,44 milioni, LaLiga spagnola, nonostante la sua forte internazionalizzazione, presenta numeri di poco superiori (8,67 milioni). Tutti segnali di ottime potenzialità di sviluppo. 

    La Serie A infatti può crescere, in misura esponenziale, su diverse direttrici: in primis sui diritti audiovisivi (tv rights), dove ancora ci sono forti spazi di manovra, poi a livello commerciale (a partire dalle sponsorizzazioni/regional partnership) e nel settore degli eventi (dalle tradizionali tournée all’estero, all’organizzazione di eventi di eSports, fuori dei confini domestici, ai fan events, ecc.), potendo contare, tra l’altro sulla forza propulsiva del concetto di made in Italy, che, da sempre, apre le porte all’estero a tutte le realtà industriali del nostro Paese. 

    Da qui l’idea di aprire un ufficio a New York, sotto il coordinamento del direttore commerciale Michele Ciccarese. Una scelta accelerata anche dalla presenza di tanti presidenti nordamericani nel ricco mercato della Serie A (come nel caso di Fiorentina, Roma, Milan o Bologna). 

    LaLiga benchmark di riferimento in ambito europeo

    Se parliamo di penetrazione sui mercati esteri Premier League inglese e Liga spagnola sono i due campionati/marchi di riferimento a livello europeo. 

    Il calcio britannico ha il suo punto di forza soprattutto in Asia, quello iberico, invece, presenta una crescita più omogenea sui diversi territori. Più di 44 delegati commerciali, 11 uffici di rappresentanza (insieme anche a 3 joint venture), 90 paesi, 5 continenti coperti. E’ la fotografia, ad oggi, del processo di internazionalizzazione del marchio LaLiga nel mondo. Una strategia portata avanti, negli ultimi 15 anni, utilizzando l’immagine e la popolarità di club del calibro di Real Madrid e Barcellona (ma in crescita vi sono anche Atletico Madrid, Valencia e Siviglia), così da attrarre l’attenzione di milioni di appassionati di calcio, che guardano al prodotto spagnolo, come ad una eccellenza sportiva. Partendo da questa idea, l’area marketing della Liga ha deciso di fare un ulteriore passo avanti, declinando il concetto di eccellenza in altri settori (extra calcio). Nei prossimi anni, ad esempio, cultura, gastronomia ed economia contribuiranno allo sviluppo e alla conoscenza del prodotto calcio in ogni angolo del pianeta. Da qui l’idea di un festival iberico itinerante. Tocca e coinvolge, di anno in anno, ben 10 capitali internazionali (Abu Dhabi, Bangkok, Doha, Ho Chi Minh, Jakarta, Kuala Lumpur, Seoul, Singapore, Taipei e Zurigo), in un ponte ideale tra Europa, Medio Oriente e Asia. L'espansione del brand LaLiga è sempre più capillare, potendo sfruttare la potenza della lingua, soprattutto in alcuni mercati strategici come Centro e Sud America. Adesso, nei prossimi due lustri, l’obiettivo è conquistare la leadership mondiale, andando ad attaccare proprio i rivali diretti della Premier League

    Altre Notizie