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  • Serie A senza padrone, ma il Milan va preso sul serio per lo scudetto. Senza il ko col Lille sarebbe in fuga

    Serie A senza padrone, ma il Milan va preso sul serio per lo scudetto. Senza il ko col Lille sarebbe in fuga

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Niente fuga per il Milan. Il secondo tentativo di scappare fallisce anche con il Verona che segna due gol, ne subisce uno, spreca l’1-3 e poi si mette in trincea. Alla fine i veneti portano a casa un 2-2 che non ha nulla di scandaloso perché odora di vecchia provincia del calcio capace ancora di costruire imprese semi-impossibili.

    Il Milan ha rischiato di perdere (pareggio di Ibrahimovic al 93’), ma non lo avrebbe meritato perché, a parte un rigore fallito (Ibra al terzo errore), l’incrocio dei pali (ancora Ibra) e due gol annullati (Calhanoglu e Calabria) ha schiacciato l’avversario prima nella propria metà campo e poi nella propria area. Prodigioso il portiere Silvestri che ha sventato almeno altre quattro occasioni da gol (due per tempo) meritandosi la palma di migliore in campo.

    La classifica della serie A resta così molto corta visto che in quattro punti (dai diciassette del Milan ai tredici di Juventus e Atalanta) ci sono ben sei squadre anche se oggi la Corte Federale dovrebbe riformare il 3-0 a tavolino della Juve sul Napoli, togliendo una vittoria ai bianconeri e restituendo il punto di penalizzazione agli azzurri. Il discorso, però, non cambia di una virgola perché dietro all’Atalanta viaggiano Inter e Verona (12) e la Lazio (11).

    Dopo sette giornate di campionato, dunque, la serie A non ha ancora un padrone, ma molti pretendenti a diventarlo anche se il Milan è in testa dall’inizio e va preso assolutamente sul serio anche per il successo finale.

    Domandarsi se le tossine della sconfitta interna con il Lille abbiano condizionato la squadra di Pioli è legittimo, visto l’approccio alla partita assolutamente soft, i due gol subiti dal Verona in meno di venti minuti, l’aggressione patita quando il Milan ha tentato di uscire con il fraseggio dalla propria metà campo.

    Barak, su azione da calcio d’angolo, ha segnato dopo appena 5 minuti (traversa di Ceccherini), ma l’angolo era arrivato dopo una sontuosa azione di Zaccagni conclusa con un tocco di Kalinic sulla disperata difesa di Donnarumma. E se è vero che il raddoppio (19’) è disceso da una sfortunata svirgolata di Calabria su tiro di Zaccagni, è altrettanto vero che il Verona non solo ha continuato a giocare meglio, ma si è visto decurtare il vantaggio da una deviazione di Magnani su zampata di Kessie (assist di Saelemaekers).

    Quella segnatura ha avuto un’importanza capitale per ridare coraggio al Milan che stava rivedendo le streghe come con il Lille e per ripristinare un po’ di ordine in una manovra che sembrava ampia, ma vuota. A quel punto è salito in cattedra Silvestri che prima ha deviato una conclusione dal limite di Leao e poi ha fatto da scudo ad un tiro ravvicinato di Theo Hernandez, smarcato ancora da Saelemaekers.

    Soprattutto per quel che ha fatto, non ho capito la sua sostituzione all’intervallo con Rebic, dirottato a sinistra e Leao a destra. Nonostante un convincente avvio di ripresa, il Milan poteva subire ancora quando Zaccagni ha sventrato la paratia destra della difesa rossonera con un’accelerazione accompagnata dalla tecnica e, all’altezza dell’area del portiere, ha servito Dimarco libero di calciare di interno piede a colpo sicuro. Purtroppo per il Verona, e per fortuna del Milan, l’esterno ha colpito con il destro (lui che è un mancino) e la palla è finita alta.

    E’ stato l’ultimo acuto offensivo della squadra di Juric, sempre votata al 3-4-2-1. Certo, se avesse una punta vera e non infortunata, invece del pallido Kalinic, il Verona farebbe paura a chiunque (non a caso ha pareggiato in casa con la Roma e a Torino con la Juve).

    Dopo, però, è stato tutto Milan. Silvestri è stato miracoloso su Theo Hernandez, poi Ibra ha spropositato alto un calcio di rigore procurato da Lovato (ne deve fare di strada per diventare una promessa come Kumbulla) ai danni di Kessie e, quando a salvare il Verona, non ci è arrivato il portiere del Verona ci si è messo l’incrocio dei pali (angolo di Calhanoglu e testa di Ibrahimovic. Se lo svedese avesse segnato al 76’ (ancora colpo di testa, ancora volo ravvicinato di Silvestri), forse il Milan avrebbe avuto il tempo di vincere. Invece, anche il gol annullato a Calabria dal Var (fallo di mano di Ibrahimovic sulla torre) sembrava frustrare le ultime speranze (89’).

    Per fortuna un controcross morbido di Brahim Diaz, entrato al posto di Leao, a dodici minuti dalla fine, ha regalato il pallone di un pareggio equo nel tempo di recupero (93’). Il Milan meritava, ma il Verona non ha rubato nulla. La sconfitta con il Lille è stata solo una sbandata, ma se non ci fosse stata sono convinto che il Milan questa sera sarebbe stato diverso e, forse, avrebbe pure vinto.


    :(actionzone)
    IL TABELLINO
    Milan-Verona 2-2 (primo tempo 1-2)

    Marcatori: 6' Barak (V), 19' autogol Calabria (V), 27' autogol Magnani (M), 45+3'st Ibrahimovic (M).

    Assist: 45+3'st Brahim Diaz (M).

    Milan: G. Donnarumma; Calabria, Kjaer, Gabbia, Theo Hernandez; Bennacer, Kessie; Saelemaekers (1'st Rebic), Calhanoglu (42'st Hauge), Leao (32'st Brahim Diaz); Ibrahimovic. All. Pioli.

    Verona: Silvestri; Ceccherini, Magnani (27'st Cetin), Lovato; Lazovic, Dawidowicz (18'st Tameze), Ilic (24'st Udogie), Dimarco; Zaccagni, Barak; Kalinic (18'st Colley). All. Juric.

    Arbitro: Marco Guida di Torre Annunziata.

    Ammoniti: 30' Juric (V), 34' Ceccherini (V), 42' Lovato (V), 9' st Bennacer (M), 45+1'st Tameze (V).

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