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  • La sfida al passato e un futuro in bilico: Milan, è la partita di Dalot

    La sfida al passato e un futuro in bilico: Milan, è la partita di Dalot

    • Andrea Distaso
    La cosa più difficile è confermarsi. Vale per le squadre, vale ancora di più per un giocatore. Giocare ogni tre giorni e con l'obiettivo di vincere sempre e comunque non ammette sconti: ecco perché la partita di stasera contro il Manchester United ha un valore particolare per Diogo Dalot. Il terzino del Milan è reduce da una prestazione finalmente convincente in campionato e condita da un gol bellissimo contro il Verona, dopo mesi all'inseguimento di quella condizione fisica minata nelle ultime stagioni da tanti problemi fisici e di una consapevolezza nei propri mezzi messa in discussione dalla concorrenza e dal continuo cambio di ruolo. Nato terzino destro, sin dalle prime apparizioni col Porto di Conceiçao ha iniziato a disimpegnarsi senza problemi anche sulla corsia opposta, finendo però per perdere quelle caratteristiche di giocatore prettamente di spinta messe in mostra soprattutto a livello giovanile e che avevano stregato un certo José Mourinho.

    LA TRASFORMAZIONE - Fu proprio lo Special One infatti a spingere lo United a investire su di lui ben 20 milioni di euro nell'estate 2018 per un ragazzo certamente di grande prospettiva ma ancora acerbo a livello di esperienza. Il salto da una realtà come quella del campionato portoghese a quella ben più competitiva della Premier League, ingigantito dalla pressione che può mettere uno stadio come Old Trafford e il fatto di giocare per uno dei club più importanti al mondo, si è rivelato forse prematuro ma ha costretto Dalot a crescere più in fretta del previsto, soprattutto a livello mentale. Portandolo a diventare nel tempo un giocatore meno esuberante (in Portogallo veniva descritto come un altro Cancelo) e più "tattico", ben diverso dai Wan-Bissaka e dai Alex Telles su cui il Manchester United ha deciso di scommettere relegandolo a un ruolo secondario. Ma ben differente per caratteristiche anche da Calabria e Theo Hernandez, il cui rendimento ha finito per concedergli una vetrina molto più spesso in Europa League che in campionato.

    FUTURO IN BILICO - Una stagione sin qui tutt'altro che esaltante che stasera, nel caso in cui dovesse ripetere l'exploit di Verona, potrebbe svoltare. Da qui ai prossimi due mesi, c'è in ballo un futuro da scrivere perché, al netto delle parole pronunciate recentemente da Solskjaer ("E’ un giocatore che conosciamo ovviamente bene. E’ andato al Milan per fare esperienza in un grande club ed ha imparato molto. Ha giocato molto di più in questa stagione e si è tenuto in forma"), Dalot è alla ricerca di una soluzione che gli consenta di giocare con la continuità di cui un ragazzo del '99 ha bisogno per comprendere al meglio il suo valore. Al Milan sta bene, ma in ballo ci sono i 20 milioni di euro che Maldini e Massara dovrebbero mettere sul piatto per riscattarlo a giugno. La concorrenza di Kalulu a destra, la ricerca di un interprete a sinistra con maggiore affinità ad Hernandez come Viña del Palmeiras sono fattori che verranno tenuti in considerazione al momento della decisione finale. Ecco perché ad Old Trafford può cominciare una storia diversa: opposto al suo passato per porre le basi sul futuro, Diogo Dalot cerca la sua strada.

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