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  • La sfida di Careggi:| Trovare il nesso calcio-Sla

    La sfida di Careggi:| Trovare il nesso calcio-Sla

    • Luca Cellini

    L'obiettivo, per produrre risposte scientifiche attendibili, è quello di riuscire a monitorare tra i mille e millecinquecento tra atleti ed ex atleti. Riuscire a provare quello che finora nessuno ha mai provato con esattezza: una correlazione tra malattie terribili come la Sla o comunque patologie più precoci del normale che colpiscono chi ha praticato sport a livelli agonistici. Il progetto pensato dal professor Giorgio Galanti (e dalla sua equipe), direttore dell'agenzia di medicina dello sport di Careggi e responsabile dello staff medico della Fiorentina ha già avuto il via libera dalla direzione del policlinico, dalla Regione e dall'Università. Lo scopo non è solo quello della ma anche dell'assistenza. O meglio, cercare di coprire quel buco che si verifica spesso nella vita di un atleta quando smette di fare sport, passando da una condizione di assidui controlli al vuoto o quasi. Per poi tornare a rivolgersi ai medici solo quando sta male. È questo lo scopo principale dell'osservatorio e del centro che a Careggi comincerà a lavorare su questo progetto già da settembre. Ed è anche il motivo per cui le risposte a malattie come la Sla, ai tumori o alle leucemie fulminanti che colpiscono e hanno colpito ad esempio gli ex calciatori della Fiorentina anni '70 sono scarse o poco soddisfacenti. Proprio per questo buco nella loro storia clinica. Malattie le cui cause dunque restano misteriose; o solo ipotizzabili, con il rischio di prendere sonore cantonate.

    Un tema che si è riproposto con il caso di Giancarlo Galdiolo. Galanti, in quella Fiorentina degli anni '70 collaborava come consulente cardiologo, ed era presente alla conferenza stampa dei figli dell'ex stopper viola che si è tenuta l'altro ieri alla Blue Clinic di Bagno a Ripoli. 'Questo progetto è la conclusione di tante riflessioni fatte con i miei colleghi dopo aver saputo e letto le notizie di manifestazioni di malattie anche devastanti in ex atleti e in età precoce. L'altro giorno abbiamo assistito ad una conferenza stampa dal punto di vista personale molto straziante ma che da un punto di vista scientifico non aveva alcuna valenza. Galdiolo ha una demenza fronto-temporale e basta - spiega Galanti - ma non dobbiamo generare equivoci'.

    Inevitabile allora la domanda al responsabile medico della Fiorentina sul perché così tanti casi di malattie così precoci negli ex viola degli anni '70 (casi che si sono verificati anche in altre quattro o cinque società, come ha spiegato ieri al nostro giornale il procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello che sta indagando sulla possibile relazione tra Sla, tumori, leucemie e il calcio). 'Non me lo spiego. A quell'epoca intanto non c'era il doping ormonale che agisce addirittura sul Dna e l'Rna dell'uomo e può davvero avere effetti dopo 10 o 15 anni. Si usavano medicinali come la corteccia surrenale o modesti stimolari cardiaci (Micoren) che avevano un effetto immediato. Non sappiamo - dice Galanti - quali siano le cause. E guardi che lo staff medico era composto tutto da gente per bene. Anche in base a queste riflessioni abbiamo deciso di avviare questo centro a Firenze, il primo del genere in Italia'.

    (Corriere Fiorentino)

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