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  • La storia di Emvolo, il dottore della provincia di Varese trattato come Lukaku e Kean

    La storia di Emvolo, il dottore della provincia di Varese trattato come Lukaku e Kean

    • Fernando Pernambuco
      Fernando Pernambuco
    Quando danno della scimmia (scimmione per l'esattezza) a Kean, Lukaku o Abraham non sono mica razzisti, non lo fanno mica per fattezze “africane”, per il colore della pelle. No. E' perché sono della Juventus, dell' Inter, della Roma...Il razzista ha questo di bello: appena conferma di esserlo lo nega. Avete mai trovato qualcuno che preso singolarmente, a precisa domanda risponde: “Sì, sono razzista! Sì, ce l'ho coi negri!”. Di solito il problema sta nel fatto che “sono troppi, non sanno integrarsi, e quindi sono pericolosi”. Ora sul fatto che Lukaku, Kean o Abraham (giusto per retare all'esempio) non sappiano integrarsi, siano costretti a vivere ai margini economico-sociali, rappresentando quindi un pericolo per l'ordine costituito, nutriamo più d'un dubbio.

    Che - contrariamente a quello sostenuto da qualcuno - lo stadio e uno sport popolare come il calcio siano anche specchio della società, lo conferma la vicenda del Dottore Enok Rodrigue Emvolo in quel di Fagnano Olona (provincia di Varese). Emvolo è un medico, chiamato da poco a sostituire quello precedente andato in pensione. Ad alcuni abitanti dell'operosa cittadina la cosa non è andata a genio. Gli hanno suggerito di andare a pascolare le pecore oppure lo chiamano direttamente “il Senegalese” (per altro è nato in Camerun). Al bar del paese, quando entrava si faceva silenzio e le modeste ali di folla si aprivano in rispettoso disprezzo per farlo giungere al bancone. Esasperato dall'accoglienza, il Dottor Emvolo ha chiesto il trasferimento. Il sindaco di Fagnano, giustamente preoccupato per la reputazione del suo Comune, lo ha scongiurato di rimanere, sostenendo che una minoranza non può infangare il buon nome d'una comunità.

    Il punto, però, come nel caso del tifo (accusare o difendere le intere schiere dei tifosi) non è gettare del fango sui cittadini del centro lombardo, quanto piuttosto capire come tutti gli arzigogoli del racconto razzista non stiano in piedi. Dentro e fuori dal calcio. Una persona come il dottor Emvolo, da noi fino dal 2005, laureato in Italia, curriculum irreprensibile, cultura superiore a molti frequentatori dei numerosi bar del nord o del sud e anche di parecchi deputati o senatori, sarebbe un pericolo perché “non sa integrarsi”? E' un poveraccio che vaga ai margini delle periferie e accetta compensi che abbassano il livello del mercato, quindi danneggiando molti Italiani?

    No, non toglie il lavoro a facchini (per altro molte aziende li cercano ma non si presenta nessun compatriota) o a braccianti (tutti neri) ampiamente irretiti dal caporalato. No. Non si tratta di preparazione, integrazione, remunerazione, posizione sociale ed economica. No. E' il colore della pelle. E' nero. Come quello di Kean, Lukaku, Abraham. Non sarà mica colpa dei razzisti. L'evidenza è l'evidenza.

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