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  • La top 10 dei giocatori che hanno cambiato per sempre la storia di un club

    La top 10 dei giocatori che hanno cambiato per sempre la storia di un club

    • Antonio Martines

    Vi siete mai chiesti come sarebbe stata la storia del Napoli senza Maradona? E secondo voi l'Ajax sarebbe riuscito ugualmente a diventare grande, solo grazie al suo calcio totale e senza Cruijff ?

    Ecco a voi, la classifica dei giocatori che hanno cambiato per sempre il destino della squadra nella quale hanno giocato, portando lo status di quest'ultima da anonima squadra a club di grandezza mondiale, oppure addirittura, facendo diventare ancora più grande un club che già glorioso lo era di suo. Un tipo di percorso che si è verificato più di una volta nella storia del pallone, ma che col calcio moderno avrà sempre meno probabilità di ripetersi visto e considerato che ormai i giocatori di oggi cambiano club con una frequenza più alta di quella con cui cambiano la propria auto. La classifica in questione quindi prende in considerazione esclusivamente quei giocatori che hanno marcato indelebilmente la storia di queste squadre con un prima di loro e un dopo di loro. Giocatori che vengono subito associati automaticamente al nome del club in questione, un privilegio che spetta a pochi giocatori e a pochi club. Non meraviglierà più di tanto scoprire che la maggior parte dei nomi di questa graduatoria corrisponde ai soliti noti, con qualche gustosa eccezione però.

    10 (MESSI – BARCELLONA) Ebbene si! C'è già anche lui in questa particolare classifica, e probabilmente negli anni, è destinato anche a salire. L'argentino ha il merito immenso di essere diventato alla sua giovane età il giocatore più rappresentativo e vincente nella storia del club che pure più di ogni altro, ha avuto il maggior numero di fuoriclasse e campioni (Maradona e Cruijff, sono due di questi). Messi con la maglia blaugrana ha stracciato tutti i record della storia del club e non è arrivato ancora a trent'anni. Prima di Lionel, il Barca era come uno di quei Playboy sciupafemmine che facevano incetta di donne mozzafiato, da questo punto di vista Messi è stato un po' come quelle ragazze belle ma semplici, che però alla fine sono quelle con cui molti (ma non tutti) si sposano e mettono su famiglia.


    9 (GIGGS – MANCHESTER UNITED) Quella tra il gallese e lo United è una storia diversa rispetto alle altre di questa classifica. Ryan Giggs infatti, non è stato il giocatore più forte che abbia vestito la maglia dei diavoli rossi, e neanche il più amato o più importante probabilmente. Però è stato l'unico che ha vissuto tutta la grande epopea dell'era Ferguson, non perdendosi neanche un trofeo (37!), nel lunghissimo quarto di secolo che va dal 1990 al 2014. L'avvento di Giggs allo United ha una qualche valenza di tipo esoterico visto poi tutto quello che ne è derivato. Il Man.Utd come l'Inter e in parte anche il Milan, ha la caratteristica di avere una storia caratterizzata da due grandi cicli interminabili, intervallati da una transizione di molti anni. Ebbene il gallese ha il merito di essere colui che ha vissuto tutti i momenti del secondo grande ciclo dei diavoli di Manchester, a testimonianza di ciò andatevi a vedere la sfilza interminabile di record personali che solo lui può vantare con quella maglia. Da quando ha smesso, lo United è tornato ad essere una squadra come le altre.

    8 (ZICO – FLAMENGO) Il Flamengo rispetto al Santos partiva sicuramente avvantaggiato visto che non era una squadretta di provincia ma uno dei principali club metropolitani della grande Rio. Tuttavia anche i rossoneri carioca hanno cambiato la loro storia solo grazie all'arrivo di un fuoriclasse, e questo rispondeva al nome di Arthur Antunes Coimbra, ovverosia Zico! Grazie a O Galinho, Il Flamengo conquistò la coppa intercontinentale del 1981 battendo il Liverpool, e divenne la squadra più amata dai brasiliani. Il Maracanà di quegli anni sembrava piccolo, eppure era uno stadio che poteva contenere più di 100.000 spettatori.

    7 (DI STEFANO – REAL MADRID) Alfredo Di Stefano ha un singolare merito, e cioè quello di essere stato l'unico vero immortale nella storia del Real Madrid. Diede inizio al mito dei bianchi di Spagna con le prime cinque coppe dei campioni consecutive (1955-1960), un record destinato a rimanere imbattuto per sempre, molto probabilmente. Don Alfredo è l'unico totem conosciuto dai madridisti di tutte le epoche, ed è il solo ad essere sopravvissuto al Madridismo, ovvero quella voglia insana e feroce di fagocitare tutto e tutti, trofei e giocatori, allenatori e presidenti. Nulla sopravvive al Real Madrid, i blancos non vogliono semplicemente vincere ma stravincere e se si è appena alzata una coppa dei campioni, bisogna subito pensare alla prossima. Campioni leggendari hanno vestito la maglia bianca, ma l'unico ad essere sopravvissuto al Madridismo è stato l'immenso Di Stefano, forse proprio perché ne è stato egli stesso il padre fondatore...

    6 (SPENCER - PENAROL) Alberto Spencer e il Penarol rappresentano un altro di quegli innamoramenti calcistici irripetibili. Innanzitutto per la prole di trofei che ne derivò (7 campionati uruguayani, 3 Libertadores e 2 intercontinentali), ma soprattutto perché ha consentito al Penarol di diventare una grande del calcio mondiale, nonostante abbia da sempre la terribile condanna di giocare in un campionato storicamente anonimo e tremendamente piccolo come quello uruguaiano. Con i girasoli di Montevideo, Spencer divenne il miglior marcatore di sempre della Copa Libertadores con 54 reti, e fu protagonista nelle due finali di intercontinentale contro il Benfica di Eusebio e il Real Madrid. Ancora oggi è il totem inarrivabile di un club leggendario come quello giallonero, che ha come unica sfortuna quella di non giocare in Argentina o in Brasile.

    5 (VOGTS – B.MONCHENGLADBACH) Quella tra Berti Vogts e il Borussia Monchengladbach non è una storia che ha avuto un prima e un dopo, ma soprattutto ed esclusivamente un durante, nel senso che l'apice della storia del club neroverde coincise con la carriera del grande terzino. In realtà le luci della ribalta in quegli anni spettarono costantemente ad un altro grande tedesco (futuro allenatore anch'egli) come Jupp Heynkess, che fu costantemente capocannoniere sia in Germania che in tutte le coppe. Tuttavia la vera anima del club era Vogts, il quale si accontentò di 419 presenze (record), 33 reti, 2 titoli di miglior giocatore tedesco dell'anno e soprattutto, quasi l'intero palmares dei neroverdi, eccezion fatta per due coppe di Germania.

    4 (CRUIJFF - AJAX) Nei decenni, quella di Cruijff e l'Ajax è stata ripetutamente e perennemente descritta come una sorta di rivoluzione, ma in realtà non di rivoluzione si trattò. La rivoluzione, immancabilmente, se riuscita, si trasforma in presa del potere e quindi in semplice banale, nuovo ordine governativo. Nossignore! La storia d'amore tra Cruijff e l'Ajax, fu molto di più, fu autentica ribellione, e i ribelli se ne fottono del potere, sono cosi e basta. E cosi fu il calcio meraviglioso di quei capelloni figli dei fiori capeggiati dal grande Cruijff, un calcio anarchico, autentico e spontaneo che però paradossalmente si sposava con un tipo disciplina rigidissima e libera allo stesso tempo, che portò i Lancieri a diventare la prima squadra di club a giocare con divina strafottenza e disprezzo per la rigida tattica degli schemi. Tutti quelli che da li in poi si riempirono la bocca parlando di calcio totale (Milan di Sacchi e Barca di Guardiola compresi), sono un'altra cosa, qualcosa di molto più simile ad una liturgia e a una ritualità ossessiva piuttosto che a una splendida ribellione.

    3 (EUSEBIO – BENFICA) 313 gol in 291 partite, una media di 1,19 gol a partita. Basterebbe questo per far capire l'impatto che ebbe Eusebio nella storia del Benfica, ma invece si stratta solo di semplici dettagli statistici. Perché Eusebio per le aquile di Lisbona rappresenta l'età dell'oro, un epoca fatta di trofei, spensieratezza, felicità e una bellezza nel gioco, che da quelle parti non si è mai più rivista. Eusebio fu per ben due volte sul punto di vestire le maglie di Inter e Juve, ma il destino non volle, per la gioia della tifoseria lusitana che molto probabilmente mai più, tornerà a riassaporare il gusto di quei meravigliosi anni 60.

    2 (PELE' – SANTOS) Il Santos è quasi esclusivamente Pelè. Senza O Rei il Santos probabilmente sarebbe rimasto solo un'anonima squadra di provincia dell'immenso stato di San Paolo. Il 90% del palmares del Santos è frutto dell'epoca in cui giocava il re del calcio, poi quarant'anni di anonimato o poco più fino alla libertadores del 2011 con Neymar; ma è stato solo un attimo, nulla in confronto alla storia d'amore più bella che ci sia mai stata tra un campione e la propria squadra. Per il Santos, Pelè rifiutò ripetutamente la corte di Real, Inter, Milan e Manchester United. Al giorno d'oggi una cosa del genere sarebbe considerata da TSO.

    1 (MARADONA – NAPOLI) Sotto il Vesuvio Maradona è diventato Megl'e e Pelè. Basta questo per far capire che razza di storia sia stata quella tra l'argentino e Napoli. Un rapporto di amore, odio, passione, tradimenti, abbandoni, ritorni e infine una fuga nella notte. E poi ancora, altri ritorni, sequestri di beni personali all'aeroporto, la passerella del 2005 in un San Paolo gremito da una folla in preda ad un entusiasmo messianico, come fosse l'ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme. Gli anni di Maradona a Napoli dovrebbero essere oggetto di studi a livello sociologico. Nella patria di Pulcinella, Totò e Peppino, ancora oggi, che pure si è tornati a sognare lo scudetto, l'unica religione calcistica praticata resta il Maradonesimo. Il Napoli del Pibe de Oro conquistò ben due scudetti in quello che era il campionato più difficile e importante del mondo, come lo era la serie A di quegli anni. Un campionato che per la difficoltà e la quantità di campioni presenti al suo interno, non aveva e non avrà mai più eguali nella storia del calcio.

    LA CLASSIFICA FINALE

    1. Maradona (Napoli)
    2. Pelè (Santos)
    3. Eusebio (Benfica)
    4. Cruijff (Ajax)
    5. Berti Vogts (Borussia Moenchengladbach)
    6. Alberto Spencer (Penarol)
    7. Zico (Flamengo)
    8. Di Stefano (Real Madrid)
    9. Ryan Giggs (Man.Utd)
    10. Messi (Barcellona)


    @Dragomironero


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