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  • La tragedia di Trigoria: io sto con Totti

    La tragedia di Trigoria: io sto con Totti

    • Giampiero Timossi

    Fai la cosa pubblica. E fai in modo che sia quella giusta. Ora non c'è avventura come quella di Francesco Totti, non c'è tragedia come quella di Trigoria capace di produrre nuove incertezze nel già incerto dibattito italiano.

    In Italia una linea di confine così sottile non si vedeva dai tempi del referendum, quello tra monarchia e Repubblica. Di solito il Paese è fatto così, si spacca, più che confini traccia solchi, getta la ragione dentro il fossato. Lo fa perché è più facile scegliere invece che ragionare.

    La tragedia di Trigoria è una storia tutta italiana, partita grazie a un memorabile scoop della televisione di Stato italiana, da una bravissima giornalista, Donatella Scarnati (forse poco italiana per la dedizione che ha nei confronti del lavoro) e destinata ad animare i mezzi di comunicazione nazionali. Tutti, non solo i quotidiani, i programmi e i dibattiti sportivi. All'estero, in verità, sull'argomento mi sembrano più tiepidi, fidatevi. Per ora, prima mattinata di lunedì, ho letto solo l'International New York Times. Nello sport l'apertura è dedicata al calcio, ma si parla di Premier, al campionato italiano sono dedicate solo cinque righe, quattro alla Fiorentina, prossima avversaria del Tottenham in Europa League. Una a Milan e Inter. Totti, non pervenuto.


    Pazienza, la tragedia di Trigoria anima, non solo a Roma e provincia. Con un'altra novità, stavolta nel dibattito intervengono anche i politici. Qualche settimana fa Luca Di Bartolomei (figlio di un altro grande capitano della Roma, trattato sicuramente peggio di Totti) mi aveva fatto notare l'assordante silenzio della classe dirigente sul caso Sarri vs Mancini e De Rossi vs Mandzukic. Lui, responsabile nazionale dello Sport per il Pd, si era in verità distinto. Da romanista sfegatato aveva condannato l'insulto razzista di De Rossi. Giusto, doveroso, ma isolato. Stavolta no, sul caso Totti si sono espressi in molti, un po' tutti. Il deluso Roberto Speranza, ex capogruppo Pd, logorato dalle battaglie contro i renziani, si è abbandonata al più semplice dei commenti via twitter: #iostoconTotti. L'ex sindaco di Roma, il genovese Ignazio Marino, deve essersi immedesimato nel personaggio. Lui chiedeva più rispetto al suo Pd? Ora chiede più rispetto della Roma per Totti. Finissimo l'equilibrismo di Maurizio Gasparri, sta con Totti, con la Roma e con Spalletti. Un altro politico in pectore, Giuseppe Marotta, l'amministratore delegato della Juve, presto potrebbe avere un ruolo di rilevanza nel governo Renzi. Alla Domenica Sportiva gli chiedono di scegliere: sta con Totti o con Spalletti? “Io sto con la Roma”. Che maestro, un colpo a Lucio e un colpo a Francesco, non sbaglia mai.

    Già, forse è davvero questo il senso di tutta la storia. Non ci saranno né vincitori né vinti. Io tifavo per Totti, anche quando si è trasformato nel Cavaliere Inesistente di Italo Calvino. Poi ho pensato al referendum e ho vacillato. Il re Totti, come la monarchia. Il costituente Spalletti, la Repubblica, uguali diritti e stessi doveri per tutti i cittadini-giocatori. Solo che la cosa pubblica andrebbe gestita con equità e cuore e ragione. Spalletti non può allenare solo Totti, ma deve allenare anche Totti: nelle gambe e nel cuore, ormai lo sanno tutti che questo è il mestiere dell'allenatore. E allora resisto: sto con il Cavaliere Inesistente 

     


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