Calciomercato.com

  • Lahm lascia il calcio: 'Farò l'imprenditore'

    Lahm lascia il calcio: 'Farò l'imprenditore'

    Philipp Lahm si ritira a fine stagione. Il capitano tedesco del Bayern Monaco, 33 anni ha dichiarato in un'intervista al quotidiano La Repubblica: "Il mio vantaggio è che ho sperimentato la fine, nel 2014, con la nazionale. So come prepararmi mentalmente a ciò che verrà. La mia idea è che la misura sia colma. I calcio attivo per me è un capitolo chiuso. È stato un periodo fantastico, sono grato per tutto. Vita senza adrenalina? Ne ho avuta abbastanza con tutte le partite che ho giocato. Se in futuro guarderò le partite alla tv oppure da spettatore allo stadio, so che mi divertirò ancora". 

    "Lo stadio più bello del mondo è il Bernabeu di Madrid. Vecchio, con le tribune che scendono ripide, a picco sul campo. È molto diverso dagli stadi costruiti in Germania prima del Mondiale 2006. I tifosi del Bayern lì siedono sempre nell’anello superiore della curva e il prato è perfetto, cosa rara. Giochiamo di solito solo quarti o semifinali, e lo stato d’animo è sempre eccezionale". 

    "Ancelotti dice che potrei giocare fino a 40 anni? Ho sempre dato ascolto al mio modo di sentire. Finora ha funzionato, anche quando ho deciso di lasciare la nazionale. Era il momento giusto per me. Ho detto che non so se tra un anno giocherò ancora al livello di oggi. E la vedo ancora così. Gli atleti sono quasi sempre attivi già in giovane età. È per questo che alla maggior parte riesce difficile mollare: mettere fine a un’attività nella quale si eccelle e questo è difficile per chiunque. Non sono un'eccezione. Nico Rosberg si è fermato da campione del mondo, e anche Magdalena Neuner ha smesso molto presto con il biathlon. Ho preso atto di questi ritiri, ma non c’è stato un modello. Sono cose che ognuno deve sapere e decidere per se stesso". 

    "Ho un rapporto di rispetto e amichevole con Hoeness e con tutti i membri del consiglio. È un rapporto cresciuto nel corso degli anni e ci legano molte cose. Soprattutto, la passione per il Bayern. Lui e Rummenigge mi hanno proposto di diventare il successore del ds Sammer, ci siamo confrontati e avevamo idee diverse sul ruolo e su come interpretarlo. Così ho risposto che non c’erano problemi, ma anche per me il momento non era giusto. Prendo sempre tutto in modo sportivo e accetto che ci siano opinioni diverse. Non è stato così drammatico come è stato detto. La proposta non è andata in porto ma non per un punto in particolare. Dissero che avrei dovuto iniziare nell’inverno 2017, ma per me in questo caso la pausa sarebbe stata troppo breve e non sarei riuscito a sviluppare una sufficiente distanza dal calcio giocato. A mio avviso è importante che la squadra abbia l’opportunità di distanziarsi dall’idea di me giocatore. E per i dettagli del mio ruolo futuro avevamo idee diverse. Alla fine ho constatato che non era ancora il momento giusto per quel tipo di scelta. Io in consiglio al posto di Rummenigge nel 2019? Nel calcio è molto difficile prevedere che cosa accadrà tra due o tre anni. Per me ora quel che conta è riuscire a mettere distanza, iniziando a fare qualcosa di nuovo al di fuori del calcio dopo il mio ritiro". 

    "Prima di tutto mi prenderò una vacanza, spero dopo la finale della Champions League il 3 giugno a Cardiff. Voglio staccare la spina e ricaricare le batterie. Dopo mi occuperò sicuramente di temi dell’imprenditoria e voglio farmi coinvolgere maggiormente nelle società che lei ha citato. In giacca e cravatta? Se necessario succederà qualche volta, ma certamente non tutti i giorni... Prima voglio conoscere tutto meglio. So come si guida una squadra e come funziona il mondo del calcio, ma non ho ancora una mentalità imprenditoriale. Voglio imparare tutto: a cominciare dalla gestione del personale. Non è sufficiente uno sguardo superficiale a una società. Non so se mi occuperò in particolare di gestione del personale. Il mio lavoro sarà conoscere meglio le aziende e i loro conti, dall’interno. Voglio capire cosa significhi gestire un business estraneo al mondo del calcio. Il Bayern è anche una grande azienda la cui struttura io conosco. Ora voglio conoscerne altre. Il bello è che posso farlo nella mia di azienda. Penso sia divertente acquisire nozioni e capacità di tipo imprenditoriale. Come amministratore delegato cito due modelli: Deichmann e Rossmann. Il primo a capo dell’omonimo marchio di scarpe e l’altro alla guida della catena di supermarket. Quando si capisce che entrambi questi uomini hanno saputo trasformare un’impresa di famiglia in una grande azienda si resta impressionati. 'Nonno' Deichmann iniziò con un negozio di scarpe nel quale investì tutti i suoi soldi". 

    "Arsenal o Barcelona? Questa non è mai stata un’opzione per me. Si dice che misi il veto all'arrivo di Khedira al Bayern? Un giocatore non potrà mai impedire o favorire un acquisto o una cessione. Questo vale anche per me. Certo, la mia opinione nel club ha molto peso, anzi, ha avuto molto peso. Ma che io decida su chi va e chi arriva, no, questo non è mai successo".

    "Su Twitter, Facebook e gli altri social ognuno è libero di scegliere se seguire o mettere “mi piace” a qualcuno, a qualcosa. Chi è interessato a me, a ciò che faccio, può seguirmi. Gli altri possono anche non farlo. Sono abbastanza rilassato in proposito. Non troverà dei miei selfie in casa o in spogliatoio. Raramente posto foto di una vacanza. La sfera privata deve essere privata. Per noi giocatori i selfie sono davvero una maledizione. Questo va detto con chiarezza. Prima, nessuno aveva con sé la macchina fotografica sempre e dovunque. Oggi invece è così. Che io stia facendo benzina o concedendomi da qualche parte un bicchiere di vino oppure facendo due passi nel centro storico, tutti hanno uno smartphone e possono scattarmi una foto. Difficilmente mi troverete su Snapchat". 

    Altre Notizie