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  • Lazo, Jelenic e Birsa:| 'Un Grifone alla slovena'

    Lazo, Jelenic e Birsa:| 'Un Grifone alla slovena'

    Slovenian Style, è una polka diffusa nel Midwest americano, che viene dalla tradizione slovena. Ma negli ultimi tempi anche il calcio italiano danza sloveno, sempre di più. Pure il Genoa, sempre di più. Con Enrico Preziosi che annuncia la fine dei balli di mercato dalla prossima estate: «La squadra è già fatta, tra acquisti conclusi e rientri di alcuni giovani». Dal Paese sùbito lì a Est, oltre confine, Enej Jelenic che già è a Genova e cresce in casa, Dejan Lazarevic che c’era e dal Torino vuol tornarci, Valter Birsa che ci sarà: 63 anni in tre, per lo Slovenian Grifone.


    Jelenic e Lazarevic in settimana hanno giocato insieme nella Nazionale Under 21, pareggio con la Croazia, il primo con grande impatto all’ingresso dalla panchina, il secondo migliore in campo. Birsa è rimasto in Francia fino a giugno, ma già pensa al Grifone, con cui ha firmato il pre-accordo previsto dalle norme per chi va in scadenza di contratto, e nemmeno s’interessa alle voci di matrice tedesca poi rimbalzate in Italia che danno Juventus, Napoli e Liverpool a far asta per lui: «Non ho avuto alcun dubbio su dove giocherò l’anno prossimo, nessuna esitazione. E il Genoa non è certo un piccolo club, ha un gran nome in Italia».

    Il fantasista ha poi raccontato, alla Reuters e a Gorazd Nejedly, alcuni particolari dei suoi giorni genovesi: «Ho trascorso un lunedì in città per definire tutti i dettagli. Non conoscevo il presidente Preziosi e l’allenatore, non avevo mai parlato con loro. Il martedì ho parlato con il presidente e mi sono reso conto del suo carisma. Lui è il responsabile di tutte le decisioni e mi ha parlato anche di quel che sarà il mio ruolo in campo. A giudicare dalla conversazione che abbiamo avuto, un posto di rilievo...».

    Birsa, cresciuto a Holly & Benji visti sulle reti nostrane, parla correttamente l’italiano. E l’intesa è stata facile. Non subito, in estate: «Questo è il calcio, è stata una decisione dell’allenatore Fernandez e va rispettata. L’Auxerre non accettava uno, due o tre milioni per liberarmi subito, c’erano ragioni sportive. Qui abbiamo molte partite difficili di fronte e possono contare su di me». Per quattro mesi, quindi rossoblù. E sguardo ancora oltre: «Il Genoa è un club dove posso crescere ancora, almeno due o tre stagioni, per poi magari salire ancora. Non si può mai sapere dove porta il destino. Ma ora penso solo all’Auxerre. E dopo penserò solo al Genoa».

    Allo Slovenian Grifone, che per adesso ha solo Jelenic: «A Genova vivo in un appartamento insieme a mia madre, mi trovo bene e confrontarmi con grandi giocatori è bellissimo. Prima della gara con l’Inter ero agitato, quasi non riuscivo a dormire. Cosa mi ha detto l’allenatore? Ciò che ha detto a tutti: contro una grande come l’Inter non c’era niente da perdere. E io spero di meritarmi altre occasioni». Ne vuole un’altra, rossoblù, anche Lazarevic: «Al Torino sono in prestito, vediamo che succederà a fine stagione. A Genova o a Torino, io sogno la serie A». E “Lazo” prova a conquistarla a suon di prestazioni, in granata e in Under 21. A siol.net ride e dice: «Spero di continuare a questo livello...». Un bel ballo.


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