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  • Lazio, riecco Cavanda:| 49 giorni dopo Ronaldinho

    Lazio, riecco Cavanda:| 49 giorni dopo Ronaldinho

    • M.A.

    Un'estate a scalare la montagna, la vetta raggiunta, poi quando pensi che sia tutta discesa, stop. E un'altra montagna, altre pedalate faticose, altre rincorse. Luis Pedro Cavanda, professione scalatore. E dopo Ronaldinho, ecco Giaccherini. Cavanda ci sta: la ripartenza gli piace. Quarantanove giorni dopo quell'esordio che sogni da bambino, te contro Ronaldinho ed uno stadio che ti spinge, Cavanda si riprende una maglia da titolare. O forse è meglio dire che si riprende la Lazio, visto che da quel 22 settembre Edy Reja non gli ha più concesso neppure un minuto in campionato, facendolo partire in panchina pure in Coppa Italia contro il Portogruaro. E' la crescita, ragazzo.

    Quel giorno tutto gli era sembrato facile: una partenza sofferta, poi una marcatura sul numero 80 milanista dignitosa, e la gioia della maglia regalata dal brasiliano da portarsi a casa. E ora chi mi sposta più, avrà pensato Cavanda. E ora questo chi lo sposta più, hanno pensato tutti. Non Reja, però, che sa bene cosa vuol dire la gestione di un giovane. A poco a poco si diventa calciatori, il tutto e subito è una filosofia sbagliata. E così, filosofeggiando, ma anche facendo i conti con una botta alla caviglia prima e altri problemi sparsi poi, se ne sono andati quasi due mesi senza più rivedere da vicino la serie A.

    Nel frattempo Luis è tornato spesso a giocare con la Primavera. L'ha fatto senza fiatare: per lui non era mica una deminutio tornare con i più giovani. Sapeva che Reja avrebbe continuato a osservarlo da vicino. E così è stato. il tecnico l'ha visto giocare, si è tenuto in contatto con Bollini: non era il solito Cavanda, non era quello che la sera del 29 agosto, al debutto in serie A, aveva stupito tutti per personalità. Ora il periodo no è alle spalle. Almeno così è pronto a giurare Reja, che stasera lo ributta dentro in una serata delicata per la Lazio, alle prese con la gestione del post derby. Cavanda non ha avuto paura di Ronaldinho, non avrà paura neanche di chi Dinho è riuscito a batterlo in campionato.

    Che Ficcadenti gli piazzi davanti lo sgusciante Giaccherini o l'ex Jimenez poco importa. Per la Lazio conta ritrovare il 'vecchio' Cavanda, quello della montagna scalata in estate. uno che non passerà mai inosservato, nel corso di una partita, uno al quale piace guardare la vita in faccia, con la sfrontatezza di chi ora vuole sfruttare la fortuna che gli è stata regalata. 'I miei modelli sono Maicon e Dani Alves', ha rivelato un giorno il belga di origini angolane. Reja se la ride: con uno così, puoi pure permetterti di lasciare a casa a riposare Lichtsteiner. E se poi le montagne fossero davvero finite...

    (Gazzetta dello Sport - Edizione Roma)

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