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  • Lazio, arriva il Milan:| Tra conferme e riscatti

    Lazio, arriva il Milan:| Tra conferme e riscatti

    • M.A.

    Ci hanno fatto, direbbero a Napoli (tanto per restare in tema), 'na capa tanto. Passato in secondo piano il doppio impegno per la Nazionale, chiamata a confortare le aspirazioni di essere protagonisti al Mondiale brasiliano. Robetta di contorno anche le polemiche, tutt'altro che insignificanti, sviluppatesi a livello di club con protagonisti tanti degli eroi di Cesare Prandelli. L'intero mondo doveva ruotare, per un paio di settimane, attorno all'evento del secolo, la sfida dello Juventus Stadium tra le due capoliste: importante, certo, ma con tre quarti di stagione ancora da onorare, utile soltanto per verificare lo stato di forma delle due protagoniste, che molte concessioni avevano fatto alla parentesi internazionale, tra agonismo e fusi orari imposti da lunghi viaggi di ritorno. E così è stato fatto passare in secondo piano un evento non meno rilevante, l'anticipo notturno dell'Olimpico tra Lazio e Milan, il secondo di quelli imposti dalla Champions.

    Proprio dalla sfida romana il campionato deve attendersi una risposta importante, soprattutto in chiave Lazio, perché i biancocelesti hanno l'opportunità di confermarsi autentica, e legittima, terza forza. Con la speranza che un pareggio tra le prime della classe possa portarla a un passo dalla vetta, per giocarsi spavaldamente le carte che Petkovic è convinto di avere in mano, dunque ambizioni ai massimi livelli. Ha conquistato tutti, il poliglotta, non soltanto per le doti di allenatore, facendo ricredere molti scettici fuorviati da precedenti comunque apprezzabili, ma soprattutto per la squisita educazione e per la personalità dimostrate. Dal suo arrivo, fino a questo punto della stagione, periodo nel quale la Lazio ha accusato un solo passo falso, a Napoli, dopo la sfortunatissima sconfitta con il Genoa, partita dominata invano. Ritrovato Klose, incolume dopo il doppio ingaggio con la Germania onorato da gol pesanti, Petkovic riproporrà contro il Milan la sua Lazio che non conosce né calcoli né timidezza: sfrontata e fiduciosa nelle proprie qualità, secondo il verbo predicato dal suo tecnico.

    L'altra panchina sembra meno solida, nonostante Adriano Galliani garantisca che la posizione di Allegri non sarebbe in discussione neanche in caso di passo falso all'Olimpico. Parole che meritano rispetto, quelle dell'a.d. rossonero, certo meno convincente quando afferma che gli infortuni muscolari, nel Milan, rientrano nella media. Di sicuro, sono incidenti che pesano molto meno rispetto ai danni procurati al tecnico degli esodi in massa dell'estate. E non soltanto quelli che hanno portato zecchini d'oro a palate nelle casse sociali, ma anche quelli che forse si sarebbero potuti evitare: Nesta, Seedorf, lo stesso Gattuso non sembravano stracci vecchi, anche volendo evitare scomodi paragoni con gli attuali sostituti. Dunque mettere Allegri sulla graticola sarebbe iniquo, un allenatore che al suo esordio su una panchina importante aveva vinto uno scudetto sfiorandone un altro, non può diventare un incapace soltanto perché obbligato a gestire troppe mezze calzette.

    Dunque la Lazio non dovrà fidarsi dell'attuale classifica del Milan, che non avrebbe meritato di perdere il derby, Strama è bravo e fortunato, connubio perfetto per il destino di un tecnico. Per tornare al Diavolo, domani sera riavrà Pato, sempre che riesca a superare senza danni l'allacciatura delle scarpe, la bronchite di Abbiati lascerà il passo al romano Amelia, affidabile. Diciamo che la forza d'urto della Lazio, con Hernanes e Klose, offre maggiori garanzie rispetto a quella milanista, soprattutto perché tra le opposte difese sono i laziali a promettere superiore solidità. A Lotito non piace che la Lazio sia favorita, ma stavolta dovrà rassegnarsi.

    (Il Tempo)

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