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  • Lazio: così non si va in Champions

    Lazio: così non si va in Champions

    • M. A.
    Sbagliare è lecito, soprattutto per chi dal nulla sta cercando di dare alla Lazio una sua identità. Però Pioli deve capire in fretta cosa vuole ottenere. Con tutto il rispetto possibile, il blasone della squadra biancoceleste è tutt’altra cosa rispetto a quello di Parma, Bologna, Sassuolo e Chievo. La Lazio, per bocca della società - come riporta Il Messaggero - punta a traguardi prestigiosi a livello europeo e allora non si può inciampare in modo sciocco ogni qual volta c’è la possibilità di staccare il gruppo di squadre che si stanno azzuffando per il terzo posto. Era successo a Verona sia contro l’Hellas che contro il Chievo, poi il ruzzolone di Empoli e ora il punto di San Siro contro l’Inter intascato domenica. Un pareggio che lascia l’amaro in bocca per come è maturato. Ha vinto la paura di Pioli: fuori Lulic e dentro Onazi. Più copertura a centrocampo e Lazio che arretra di almeno un paio di metri, risultato l’Inter chiude i biancocelesti e acciuffa un pareggio insperato. Serviva osare. Fuori Mauri, stremato e dentro Keita che avrebbe spinto costringendo i nerazzurri a difendersi più che attaccare. Se l’idea è quella di dominare sempre non si può crollare in modo così netto nella ripresa. Ogni volta sembra di vedere due squadre totalmente differenti. Problema fisico ma soprattutto mentale. Una mentalità che alle volte sembra quella di una provinciale: vince e smette di giocare. Questo l’ostacolo più grande sulla strada che porta alla Champions.

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