Un'altra notte da laziali. Una notte tutto cuore. Dopo la vittoria contro il Milan, la Lazio si ripete e ribalta un risultato che sembrava quasi impossibile. Il Cesena va sopra di due gol nel primo tempo, e la Lazio va sotto di un uomo (espulsione di Konko è giusta, ma l'azione è viziata da un fallo a centrocampo di Iaquinta su Ledesma). La leggenda narra di un certo nervosismo nello spogliatoio biancoceleste, all'intervallo. 

I ragazzi nemmeno si siedono ai loro posti, qualcuno - pare - alza la voce, sostenendo che la partita seppur difficile è ancora recuperabile. E come in quel Lazio-Verona del 14 aprile del 1974 (1-2 nel primo tempo e 4-2 alla fine della gara,) la squadra rientra in campo con la determinazione giusta, la voglia di vincere e di ribaltare il risultato. Del resto quel Verona non poteva competere con la banda Maestrelli, così come questo Cesena non poteva pensare di vincere contro Klose e compagni.

Eppure nel primo tempo, come in quel primo tempo di 'qualche' anno fa, tutto sembrava essersi messo nel verso sbagliato. Poi dall'incubo al sogno di un terzo posto guadagnato con merito, in attesa delle altre squadre, con la speranza che questa vittoria abbia una valenza doppia. La squadra, il tecnico e i tifosi hanno stretto un patto ad inizio stagione; un patto che il 1 febbraio si è fortificato. Quella data segna l'inizio di una nuova Lazio, che ha tirato fuori gli attributi in un momento di difficoltà e ha davvero gettato il cuore oltre l'ostacolo.