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  • Lazio, Klose:| Le tradizioni si rispettano

    Lazio, Klose:| Le tradizioni si rispettano

     

    La garanzia è sempre lui, MiroMitoKlose. A Catania, contro quella che Edy Reja considera «la squadra rivelazione del campionato per gioco e per risultati», la Lazio si affida ancora al tedesco per tentare l’ennesima ripartenza del suo campionato modello montagne russe. Nel quale un rendimento complessivamente più che positivo è stato un po’ troppo spesso interrotto da cadute rovinose e improvvise.
     
    Tradizione favorevole - Quella di domenica scorsa col Bologna all’Olimpico è stata la settima sconfitta dei biancocelesti in questo torneo. Nelle gare successive alle sei precedenti battute d’arresto la Lazio ha sempre vinto. E molto spesso (in quattro occasioni su sei) lo ha fatto grazie ai gol di Klose. C’è da dire che solo una volta il day after successivo a un k.o. ha avuto luogo lontano dall’Olimpico (in quell’occasione la Lazio vinse a Cesena dopo la sconfitta interna col Genoa). Stavolta, dunque, sarà dura mantenere la tradizione stagionale che vuole i biancocelesti vincenti nel match successivo ad una sconfitta. Sarà dura, oltre che per il valore del Catania, anche per l’emergenza che continua a perseguitare i biancocelesti. Reja ha recuperato quattro infortunati (Brocchi, Konko, Radu e Rocchi), ma nessuno di loro è al meglio e così il tecnico ne rischia uno solo: Brocchi.
     
    Numeri da Champions - E’ dunque necessario che Klose continui a fare il Klose. Il tedesco, tra l’altro, ha diversi motivi per timbrare oggi al Massimino. C’è, per esempio, un piccolo digiuno da interrompere. Non segna dal 26 febbraio, quando decise il match con la Fiorentina (anche allora i biancocelesti erano reduci da un k.o., quello di Palermo). Tre settimane senza gol non è che siano chissà cosa, ma per il Klose di quest’anno è quasi un’eternità. Il tedesco sta infatti vivendo una stagione allo stesso livello delle sue annate più prolifiche. I 13 gol realizzati finora in campionato sono già adesso la sua quarta performance di sempre. Meglio ha fatto soltanto nella stagione 2005-06 (25 gol col Werder, capocannoniere della Bundesliga), nel 2004-05 (15 gol, sempre col Werder) e nel 2001-02 (16 reti, col Kaiserslautern). Mentre nella stagione 2006-07 si fermò a 13 (sempre col Werder). Il bello, per la Lazio, è che tre volte su quattro le tante reti segnate da Miro sono coincise con una qualificazione in Champions League della squadra per cui giocava. E’ accaduto sempre con il Werder (un secondo e due terzi posti in classifica), non è invece successo col Kaiserslautern (che arrivò 7˚ nonostante i 16 gol dell’attaccante). Ecco perché i destini della Lazio sono sempre più intrecciati con quelli di Klose. Oggi a Catania. E non solo.

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