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  • Lazio, Lotito:|'Petkovic parla la lingua del cuore'
Lazio, Lotito:|'Petkovic parla la lingua del cuore'

Lazio, Lotito:|'Petkovic parla la lingua del cuore'

 

Il presidente della Lazio Claudio Lotito, ha parlato in esclusiva ai microfoni di Sky Sport HD, nel pre partita di Lazio-Genoa.
 
Ha insegnato il latino a Petkovic?
Petkovic, al di là delle lingue, parla la lingua del cuore che è una cosa importante. È una persona che ha una grande umanità, una grande professionalità e soprattutto valuta le persone per quello che sono realmente. L’uomo nella sua completezza, aspetto fisico, mentale e spirituale, cose che nel calcio non sono mai state apprezzate.
 
Quindi può essere un’autocelebrazione anche per chi l’ha scelto Petkovic?
Basta con tutte queste considerazioni positive perché altrimenti sembra di fare processi apologetici. Noi, ad oggi, dobbiamo camminare con i piedi per terra, partita dopo partita, mantenere questo spirito umile, un collettivo coeso, determinato, volitivo, basato sullo spirito di sacrificio e tutto il resto va messo nel dimenticatoio. I mezzi di informazione in questo momento stanno conoscendo una cosa che io già conoscevo altrimenti non l’avrei scelto. Preso atto tutti quanti che forse le mie scelte non erano così avventate, dobbiamo rimanere con i piedi per terra e camminare partita dopo partita. Altrimenti  facciamo santo Petkovic e dopo tutti hanno delle aspettative che non potrebbero concretizzarsi. Come dice lui, giustamente, noi non dobbiamo né esaltarci né abbatterci, camminiamo con la logica del “carpe diem” quotidiano all’insegna di quei valori che ho detto poc’anzi. Vedremo poi se questi valori trasformano l’atteggiamento della squadra sul campo in risultati. Sempre che i risultati, come voi sapete, dipendono anche da fattori imponderabili che non dipendono della nostra volontà.
 
Troviamo un difetto a Petkovic?
No, io dico soltanto che siamo passati da un momento di totale non apprezzamento della persona ad uno di totale esaltazione della persona. Io ho grande stima e considerazione di Petkovic come uomo e come professionista, altrimenti non l’avrei  scelto. Oggi però dobbiamo parlare di calcio, lui stesso l’ha detto, altrimenti creiamo delle aspettative che poterebbero non concretizzarsi in risultati. Lui mette in campo tutto quello che ha, il suo bagaglio professionale, le sue capacità di comunicazione con la squadra, la sua esperienza, la sua serietà, la sua correttezza e poi, però, dobbiamo tradurli in risultati, come abbiamo fatto fino ad oggi. Lui chiede a questo punto, secondo me, al di là delle celebrazioni, di constatare quello che viene fatto e apprezzare quello che viene fatto in modo costruttivo.
 
Cosa si aspetta da Zarate?
Sicuramente ho visto uno Zarate diverso. Aveva assunto un comportamento tecnico-agonistico non in linea con quelle che erano le richieste della squadra e dell’allenatore. Oggi mi sembra un giocatore che viene apprezzato perché è inserito all’interno di un organico dove svolge un ruolo e dove tutti svolgono un ruolo. Il mister lo ha detto, ha venticinque titolari e li impiegherà al momento opportuno, quando riterrà che sono utili e funzionali alla causa. Se oggi l’ha scelto per giocare sicuramente lo riterrà utile per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti.
 
Vincere oggi vorrebbe dire andare a +8 sulla Roma o lei da per scontato che vincerà la partita di Cagliari 3 a 0 a tavolino?
Le partite si devono vincere sul campo non in base alle norme, anche perché significherebbe penalizzare oltremodo i tifosi del Cagliari. In questo momento la società Cagliari ha difficoltà strutturali. Uno può condividere o meno le prese di posizione del suo presidente, io dico sono state un po’ avventate perché poteva evitare questa situazione. Però dovete pure capire l’esasperazione di una società che ha mille problemi e questi problemi nascono da una mancata programmazione e realizzazione di strutture, penso che l’Italia sia l’unico paese al mondo che ha una situazione di questa natura. Se vogliamo riportare il calcio in termini competitivi in Italia dobbiamo consentire alle società, in modo trasparente, di poter decidere le sorti di una squadra.

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