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  • Esplode la bufera dopo il caso Koulibaly: Stato senza forza, Lotito senza pudore

    Esplode la bufera dopo il caso Koulibaly: Stato senza forza, Lotito senza pudore

    • Stefano Agresti

    Nella vicenda Koulibaly - oggetto di buu razzisti durante la partita tra Lazio e Napoli - c'è un piccolo eroe coraggioso, l'arbitro Irrati da Pistoia, il quale interrompe la partita perché in mezzo a quell'indegna gazzarra non sarebbe stato umano andare avanti. Poi c'è una vittima, Koulibaly appunto, ma anche un ragazzino coraggioso - l'avversario Keita, vent'anni - che gli manifesta pubblicamente solidarietà benché questo gli attiri le ire dei suoi tifosi (tifosi?). Poi c'è un allenatore che non capisce la portata dell'evento, Pioli, il quale forse teme che la sua gente gli si rivolti contro: "L'arbitro ha sbagliato a interrompere la gara". Ma dai. Infine, ci sono un paio di componenti realmente inquietanti: lo Stato, nella persona di chi dovrebbe garantire ordine e legalità all'interno dello stadio, e Lotito, presidente della Lazio, punita con la chiusura della curva Nord e dei due settori di distinti prossimi a questa. 

    Lo Stato non esiste. Non allo stadio, almeno: eppure il calcio è una tra le prime industrie di questo malandato Paese e un po' di attenzione la meritebbe. Macché. Pensate a quanto accaduto proprio mercoledì. La curva Nord, covo laziale, è quasi vuota perché i tifosi - per protesta contro la decisione del Prefetto di dividere il settore con barriere - non la frequentano da mesi. Come mai sono state piazzate queste benedette barriere? Per controllare meglio chi commette atti illegali, così ci hanno spiegato, trattandoci quasi come dementi oppure come collusi. Non a caso hanno recapitato a casa multe di quasi duecento euro a chi osava cambiare il proprio posto all'interno dello stadio, subito individuato dai potenti mezzi della nostra giustizia. Ti sposti qualche sediola più a destra rispetto a quella che ti spetta? Ma come ti permetti? Multa! 

    Ciò considerato, abbiamo pensato che non sarebbe stato difficile individuare i responsabili dei buu razzisti in una curva vuota per tre quarti: i controlli avrebbero dovuto essere piuttosto agevoli, visti i precedenti. Niente: di quegli animali non si hanno notizie. Non solo. L'arbitro Irrati nel suo referto di gara racconta che il responsabile dell'ordine pubblico lo ha indotto a condurre a termine la partita senza ulteriori interruzioni, benché dagli spalti continuassero a piovere ululati razzisti. Perché? Semplice: perché è uno Stato senza forza, svuotato, che ti multa se cambi posto a sedere in mezzo alla curva - in effetti un'infrazione gravissima, non vi pare? - e non ti tocca se rivolgi insulti razzisti a un ragazzo di colore. 

    In mezzo a questo bailamme, ecco Lotito. Il quale sostiene che gli ululati al difensore del Napoli non sono atti di razzismo (e cosa sono?), che nessuno considera quanto lui ha fatto per la Lazio (e che c'entra?), che forse farà ricorso per cancellare la chiusura della curva (e perché?). Infine si adopera per aprire la curva Sud, di solito chiusa, in modo che i razzisti abbiano comunque un rifugio nel quale far sentire i loro buu. Per chi lo avesse dimenticato, Lotito è l'uomo forte della Federazione: il braccio destro - o braccio armato - del presidente Tavecchio. 

    Quando ci chiediamo come mai questo Paese sia così malridotto, e come mai questo calcio stia naufragando così malamente, pensiamo al caso Koulibaly: avremo l'immagine di due mondi allo sbando. 
     


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