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  • Lazio: ora avanti con le cessioni

    Lazio: ora avanti con le cessioni

    • M. A.

    Passano le estati, cambiano le canzoni, i modi di vestire, ma c’è un tormentone che ogni anno all’apertura del mercato torna di moda: il «tesoretto». Termine importato dalla politica che nel calcio calza a pennello e indica quei milioni per comprare derivanti dalle cessioni. Quello della Lazio è bene chiamarlo tesoretto e non tesoro: se, in uscita, tutto andasse come vorrebbe Lotito, si porterebbero a casa circa 15 milioni. Tanti, non tantissimi, ma quanto basterebbe per poter puntare sulle certezze e non sulle scommesse.

    Matuzalem e Sculli 
    In quei 12 milioni sono compresi cartellini e ingaggi: quello di Francelino Matuzalem di cartellino è valutato 1,5 milioni, cifra già pattuita per il riscatto con il Genoa lo scorso gennaio al momento del prestito del brasiliano. Che alla Lazio non tornerà, sia per motivi tecnici (Petkovic a centrocampo è coperto), che soprattutto comportamentali (l’entrataccia su Brocchi in GenoaLazio non l’ha dimenticata nessuno). Già oggi a Milano dovrebbe esserci l’incontro con il neo d.s. rossoblu, Daniele Delli Carri, che potrebbe sbloccare l’operazione. Lo stesso Delli Carri, a gennaio (quando lavorava come d.s. del Pescara) portò Giuseppe Sculli in Abruzzo: l’attaccante ha ancora due anni di contratto, a un milione netto a stagione, più un’eventuale costo del cartellino che non supererebbe i 5600 mila euro. Per ogni possibile acquirente, c’è il problema dello stipendio alto, ma se Sculli se lo riducesse pur di andare a giocare, il monte ingaggi della Lazio sarebbe più leggero. Non è escluso che oggi, nell’incontro col Genoa, si parli pure di lui. Del resto, la scorsa estate, Sculli doveva essere riscattato dal Genoa, come da accordi presi l’inverno precedente, ma poi non se ne fece più nulla.

    Cavanda e Zarate 

    Poi ci sono i «dissidenti»: sia Luis Pedro Cavanda che Mauro Zarate hanno ancora un anno di contratto, ma i discorsi sono diversi. Il difensore, che ha mercato in Inghilterra con il Sunderland sempre in prima fila, con 23 milioni può partire (e la Lazio deve cederlo ora, per non rischiare di perderlo a zero); l’argentino, invece, con l’eventuale rescissione farebbe risparmiare alla Lazio oltre 4 milioni lordi di ingaggio,ma è evidente che alla società questo importi poco. Tre milioni potrebbero arrivare anche da Alfaro se, come promesso, l’Al Wasl lo riscatterà, mentre per quanto riguarda Stankevicius (pure lui sulla lista dei partenti) si tratta solo di risparmiare un ingaggio di circa 2 milioni lordi.

    Kozak 

    Il ceco è il giocatore che potrebbe portare più soldi nelle casse: Udinese, ma anche Verona e Livorno, si sono informate, ma per meno di 7/8 milioni Kozak non si muove. Petkovic preferirebbe questa di cessione, piuttosto che quella di Floccari, ritenuto più funzionale a un possibile modulo a due punte, ma la cifra richiesta (pur trattandosi del capocannoniere dell’ultima Europa League) potrebbe allontanare le pretendenti. Ci fosse qualcuno che quei soldi li investisse, però, il mercato della Lazio svolterebbe: due difensori (Elez e Hysaj) si prendono con poco, e il tesoretto verrebbe investito per un attaccante titolare, che possa sostituire Klose senza che si senta la mancanza di Miro. E, in tutto questo, non si considerano cessioni eccellenti: «I big non partiranno», ha ripetuto più volte Lotito. Vendendo Marchetti, Lulic o Hernanes, il tesoretto aumenterebbe, ma la Lazio andrebbe rifatta da zero.

    (Gazzetta Sportiva - pagine romane)


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