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  • Lazio, Reja:| Le prime giustificazioni

    Lazio, Reja:| Le prime giustificazioni

     

    Ha promosso la Lazio della ripresa e giustificato quella del primo tempo, messa sotto dallo Slavia Praga. L’aria da ultimo giorno di scuola sotto le Tre Cime di Lavaredo ha finito per contagiare anche Reja, forse troppo morbido nell’analisi. «Nel primo tempo eravamo in difficoltà, un po’ in affanno, i ragazzi sono un po’ stanchi per il lavoro svolto in questi giorni e se hai consistenza fisica accusi di più. Nel secondo tempo la squadra era più agile e c’erano anche stimoli diversi per quelli che hanno avuto meno possibilità di mettersi in luce. E’ normale che in questo periodo ci siano degli alti e dei bassi, niente di preoccupante. E faccio i complimenti per la rimonta» . La Lazio di partenza, senza quattro titolari, è sembrata poco equilibrata, non solo appesantita dal lavoro atletico. « Sono partito con il 4-3-1-2, volevo vedere Sculli mezz’ala sinistra, ma lui è portato a offendere, gioca più avanzato di Mauri, così poi abbiamo corretto il modulo: Cissè largo a destra per dare spazio a Zarate, ma sarebbe servito più movimento per creare manovra in attacco» . 

    ROMBO - Ha lavorato dall’inizio del ritiro sul centrocampo a rombo, il modulo scelto per la nuova Lazio. Ha bisogno di una mezz’ala sinistra per completare il progetto, ha le alternative di livello per praticare anche il 4-2-3-1, che però toglie pericolosità all’attacco. «Devo tenere in considerazione le caratteristiche dei giocatori, sono gli uomini che fanno il modulo. Cana e Matuzalem sono perfetti come centrali, Mauri va bene da mezz’ala sinistra, ruolo in cui ho provato anche Hernanes. Il centrocampo a rombo, l’idea è questa: mi piacerebbe vedere due punte con Hernanes alle spalle e uno dei due centrocampisti che si inserisce, in modo da avere sempre cinque giocatori che attaccano e cinque che difendono. Anche i terzini devono partecipare a questo meccanismo, che comporta il rientro degli altri due centrocampisti. In quel ruolo bisogna correre molto. 

    Ma sono tutte valutazioni che andremo a verificare più avanti, penso con le partite ufficiali, perché le amichevoli non sempre sono attendibili». Un modulo per esaltare la potenza dei nuovi attaccanti. La Lazio punterà su Cissè e Klose, appena presi, più Hernanes trequartista. L’idea che il francese possa diventare l’ala destra del 4-2-3-1 è stata smentita ieri da Reja: «Cissè ogni tanto lo vedete a destra perché ha corsa e va a prendersi gli spazi. Io accanto a Klose lo vedo benissimo, si capiscono nei movimenti e si integrano alla perfezione. Uno è bravo a colpire di testa, a tenere il pallone, a dialogare. L’altro va come un treno in profondità. Hanno caratteristiche complementari». 

    CONDIZIONE - E’ tempo di primi bilanci, si è chiuso il ritiro di Auronzo, Reja a Fiuggi porterà l’intero gruppo (33 giocatori), poi cominceranno le scelte.«Siamo avanti, abbiamo lavorato molto sulla preparazione fisica nella prima settimana e un pochino nella seconda. Dopo 16 giorni di lavoro c’è un po’ di stanchezza. Le certezze che mi porto via da Auronzo sono l’esperienza, la fisicità, le qualità della squadra: ho conosciuto meglio le caratteristiche dei giocatori. Poi il campo darà le risposte. Il 18 agosto avremo la prima partita ufficiale, servirebbero due mesi per una condizione ottimale, io spero di arrivare al 70-80% delle potenzialità, ma saremo pronti per prenderci la qualificazione in Europa». E’ stato accompagnato dall’entusiasmo, ma qualche perplessità da dissipare c’è intorno alla Lazio. E fondamentale diventerà il mercato in uscita. «Non faccio il pompiere, c’è tanto entusiasmo e ne sono contento, perché aiuta a lavorare bene. Se non ci fosse i ragazzi non avrebbero un rendimento così alto, ma più i tifosi sono vicini più cresce la responsabilità. Questo calore anima la squadra. Ho 34 giocatori (compreso Gonzalez, ndr), non tutti possono rimanere. Mi auguro che alcuni vadano via perché meritano rilievo. Sarebbe gratificante per loro, ma anche per me perché mi hanno dato tanto e spero che trovino più spazio altrove. Lo meritano». 

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