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  • Lazio sul Monte Agudo:| La cronaca della scalata

    Lazio sul Monte Agudo:| La cronaca della scalata

    • M.A.

    Più di ottocento metri in salita per conquistare il Monte Agudo. La scalata sotto il panorama delle tre cime di Lavaredo è andata in scena ieri pomeriggio. Petkovic e Tare a guidare il gruppone che è partito dal campo per raggiungere la prima seggiovia con racchette alla mano e scarpe da ginnastica. Ad attenderli lì a valle c'era anche Ederson, arrivato col pullmino e il tutore alla gamba destra. 'Sto meglio', ha spiegato il brasiliano firmando autografi. E all'arrivo dei suoi compagni ha detto scherzando: 'Beh, finalmente oggi non sono l'unico che cammina con le racchette...'. Così, in un clima quasi di festa, è iniziata l'impresa. Primo tratto in seggiovia, poi arrivati a metà strada, tre esperti scalatori hanno diviso i giocatori in tre gruppi. Uno di questi s'è incamminato sul percorso ripido, gli altri due su quello 'classico'. Noi abbiamo preso il secondo assieme anche al tecnico e a Tare.

    Si parte. Pochi passi e la fatica s'è fatta subito sentire. La salita era più ripida del previsto e, probabilmente, anche i giocatori non se la aspettavano così dura. Ma c'è anche spazio per lo scherzo. Dopo cento metri Candreva ha fatto finta di mollare: 'Ho i polpacci in fiamme, mamma mia!', mentre in realtà allungava il passo per staccare i compagni. Tare ha provato a stare dietro ai suoi giocatori, ma, metro dopo metro, ha dovuto scalare una marcia e andare avanti a un'andatura più soft. Petkovic non ha mollato un attimo, Rocchi pure. E mentre i metri avanzavano, dalla vetta del monte s'è alzato il coro dei tifosi laziali che incitavano i loro beniamini ad arrivare in cima. Zarate, che sta dimostrando di voler restare il numero 10, li ha sentiti ed è scattato in avanti. E quando mancavano meno di trenta metri il fuoriclasse ha beffato Alfaro con un piccola spintarella per tagliare per primo il traguardo a 1600 metri. Diakitè ha concluso l'impresa per ultimo, poi tutti nella baita per un sostanzioso spuntino a base di salumi per riprendere le forze. La discesa, poi, è stato puro divertimento con la corsa sul fan bob. Un'altra Petko-stratagemma per unire l'utile al dilettevole.

    (Il Tempo)

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